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Attualità | 23 ottobre 2016, 07:11

In & out: da Imperia alla Germania. Luca Asselle, l'uomo dei numeri, ricercatore universitario a Bochum

"Il problema di una città come Imperia è che non offre stimoli a crescere, a svilupparsi come persona e, in un certo senso, a realizzarsi".

In & out: da Imperia alla Germania. Luca Asselle, l'uomo dei numeri, ricercatore universitario a Bochum

Certo nel fare i conti, i liguri sono imbattibili. Se a ciò si unisce la migliore delle preparazioni in matematica, con una laurea all'università di Pisa e un profilo da ricercatore in Germania, il risultato non può che essere una vera e propria eccellenza. Luca Asselle, di Imperia, da cinque anni ricercatore universitario a Bochum, è quello che potrebbe darci un netto vantaggio sulla Germania, una volta tanto. Peccato però che per i prossimi 20 anni non abbia alcuna intenzione di tornare.

Da Imperia a Pisa e quindi la Germania. Perché via dalla tua città? Mi sono allontanato da Imperia subito dopo la maturità per andare a studiare matematica, una delle mie passioni fin da quando ero ragazzo. Ho scelto Pisa perché è una delle migliori università, per lo studio della matematica, da un punto di vista della qualità dell'insegnamento, stimoli offerti, proposte di corsi di base e avanzati e, infine, livello di reputazione in Italia e all'estero. Quando ho lasciato Imperia, a 19 anni non sapevo bene cosa aspettarmi. Non sapevo se sarei stato all'altezza di quello che mi aspettava. Imperia è una realtà piccola e, direi anche, isolata. A Pisa mi sarei dovuto confrontare con un corso di laurea molto impegnativo e con i migliori studenti d'Italia. A posteriori, posso dire che è stata un'ottima esperienza che mi ha aiutato a crescere e in un certo senso anche a diventare uomo, anche solo per il fatto di essere lontano dalla famiglia e dover pensare alle faccende di casa, oltre che a studiare.

In cosa consiste e quali sono le difficoltà dello studio della matematica? Soprattutto a Pisa e soprattutto i primi due anni, la tendenza è quella di scremare il più possibile. La cosa che riesce più difficile è capire che non basta studiare e essere portati per la materia. La cosa essenziale per avere successo nello studio della matematica, data la difficoltà dei contenuti e il ritmo incalzante, è il metodo di studio. Cosa che in nessun liceo e più in generale in nessuna scuola superiore (specialmente ad Imperia) viene insegnata. Da questo punto di vista, molti studenti che magari avevano anche ottimi voti a scuola arrivano all'università, si arenano, specialmente se scelgono facoltà impegnative come matematica e università come Pisa e inevitabilmente abbandonano. C'è anche da dire che avere ottimi voti in matematica al liceo non vuol necessariamente dire essere portati per la matematica.

Pensi di essere stato fortunato nel tuo percorso? Posso dire di essere stato abbastanza fortunato, anche grazie all'aiuto della mia famiglia e del mio professore del liceo, che mi hanno preparato mentalmente a quello che mi aspettava e che mi hanno fatto capire che per avere successo, avrei dovuto avere un approccio completamente diverso da quello usato al liceo.

Da Pisa alla Germania. Cosa ti ha portato al grande passo? Nel 2011, nel mio quinto anno di università, ho deciso di passare un anno in Germania, a Bonn, per diversi motivi. Penso che un'esperienza all'estero, anche breve, sia necessaria per la crescita di una persona e credo sia importante imparare bene le lingue; in Italia però il 95% dei ragazzi non sa formulare una frase di senso compiuto in inglese. Inoltre la carriera universitaria all'estero è molto più attrattiva, sia a livello di retribuzione ma soprattutto a livello di opportunità e di fondi a disposizione. Dopo l'esperienza a Bonn sono tornato a Pisa per concludere la laurea magistrale e subito dopo sono tornato in Germania, questa volta come studente di dottorato all'università di Bochum.

Italia e Germania. Trova le differenze. Inutile dire che, già a livello di dottorato, la differenza tra Germania e Italia è enorme. A parte i fondi a disposizione per viaggi, conferenze, seminari, corsi, e il salario mediamente più alto che in Italia: varia da 1200 a 1700 euro, a seconda del tipo di contratto e dal numero di ore di lezione. Gli studenti di dottorato sono da un lato studenti, e quindi godono di alcuni vantaggi tra cui mezzi pubblici "gratuiti" o meglio, compresi nella tessera dello studente, riduzioni sul costo della mensa di circa un euro per pasto, riduzioni sull'ingresso in musei, cinema. Dall'altro sono dipendenti dell'università a tutti gli effetti e quindi godono di tutti i diritti e doveri dei lavoratori.

Pensi di tornare ad Imperia? Sono da 5 anni in Germania e mi appresto a iniziare il mio sesto anno. Per lo meno nei prossimi 15/20 anni, non ho nessuna intenzione di tornare in Italia, se non per vacanza. Ovviamente l'Italia e Imperia restano la mia patria, dove sono nato e dove ho passato la mia infanzia e adolescenza, dove ancora ho la mia famiglia e alcuni amici, anche se moltissimi dei miei colleghi, sia di liceo che di università, sono in realtà all'estero e dove mi piace tornare per vacanza, per godermi il mare, il clima, il buon cibo.

Perché così tanti giovani vanno via da Imperia? Il problema di una città come Imperia è che non offre stimoli a crescere, a svilupparsi come persona e, in un certo senso, a realizzarsi. Chi decide di restare a Imperia spesso deve scendere a compromessi con le proprie ambizioni e "rassegnarsi" a non realizzare alcuni dei suoi sogni. Ai giovani in procinto di terminare le scuole dico di pensare a realizzare i propri sogni. Se questo comporta il dover allontanarsi, penso sia giusto farlo. Molto meglio vivere una vita piena di soddisfazioni lontano da "casa", ma con sempre la possibilità di tornarci (anche solo per vacanza), che una vita a "casa" piena di rimpianti. Quello che conta nella vita è essere felici e se uno non si sente realizzato come persona, non può essere felice.

“In fondo a un problema trovi sempre un tedesco” scriveva Voltaire. Da matematico, Luca ne avrà incontrati davvero molti.

Stefania Orengo

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