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Attualità | 27 luglio 2016, 07:14

Dopo 13mila chilometri senza un soldo pellegrino arriva a Ventimiglia: “Solo se lo vuoi tutto diventa possibile” (Foto)

“Adesso che sono arrivato in Italia devo avvisare gli amici” mentre srotola ben 14 metri di ‘Credenziali del Pellegrino’, tra le centinaia di timbri delle diverse tappe, ultimo quello della Cattedrale di Ventimiglia.

Dopo 13mila chilometri senza un soldo pellegrino arriva a Ventimiglia: “Solo se lo vuoi tutto diventa possibile” (Foto)

Dal 2013 è in cammino Alberto Castello De Pereda, uno spagnolo di 51 anni originario di Bocairente piccola cittadina valenciana. Da allora ha percorso circa 13mila chilometri vivendo dell’ospitalità e la carità tipica che si offre al pellegrino. E Alberto è proprio il Pellegrino per antonomasia. La maggior parte dei chilometri li ha percorsi nell’ultimo cammino iniziato ad Assisi il 1 settembre scorso che lo ha portato a Ventimiglia (giunto in città ha raggiunto i 7mila km) oggi. Tutto è partito dal sentiero della pace che con alcuni amici lo ha condotto da Assisi a Gubbio e poi a Roma, qui però la decisione di continuare e realizzare davvero così un grande cammino per la pace.

E così da Roma la via ‘francigena’ verso Calais, poi giù per la Normandia, la Bretagna, da Mont S. Michel a Rennes, Nantes per poi allacciarsi al cammino di Santiago fino a Finisterre e poi verso l’Italia sul cammino di Levante, Valencia, Barcellona e infine tutta la costa francese fino a raggiungere questa mattina Ventimiglia. Obiettivo arriva a Roma proprio il 1 settembre per completare l’impresa in un anno preciso.

Alberto è un uomo che lavorava con i cavalli, è arrivato a portare la sua attività anche ad Ischia dove ha recuperato il suo bastone che è ormai suo fedele compagno di viaggio. Poi dopo un brutto periodo con problemi di famiglia e di lavoro prende la scelta di dedicarsi al cammino: “La scelta migliore della mia vita – dice il pellegrino con un buon italiano – quando tu non hai più nulla e ti si apre una porta davanti non puoi non oltrepassarla”.

“La mia fede ora è davvero grande – continua Alberto che ha trovato nel suo pellegrinare un rinnovato e forte legame con la religione cattolica – nel mio percorso ho conosciuto anche molte persone vicine a Papa Francesco, a cui ho anche scritto, loro hanno riferito del nostro incontro quindi ora lui sa che io sto raggiungendo Roma. Sarei davvero felice se una volta là riuscissi a incontrarlo perché è anche una persona di grande umanità e aperta a tutti”.

Gli incontri però sono stati tantissimi, storie davvero uniche che Alberto ha raccolto tutte nel suo diario di viaggio: “Un’idea è proprio quella di scrivere un libro però per il resto non so. Vivere è oggi, domani chi lo sa – infonde positività l’uomo che è comunque stato molto fortunato nel suo pellegrinare – “la provvidenza mi ha aiutato, in tutti questi mesi mai nemmeno un raffreddore”. Ha trovato riparo per la notte arrangiandosi quando non ha trovato ospitalità, addirittura anche nei pressi di un cimitero: “E’ un posto molto tranquillo” scherza.

Ma come lo vede il fenomeno della migrazione un uomo come Alberto che del cammino ha fatto la sua ragione di vita? “Sono stato a Calais e ora ho appena varcato la frontiera qui a Ventimiglia dove ho visto davvero tanta polizia. E’ una brutta situazione e capisco che queste persone (i migranti) cercano di raggiungere l’Europa per avere una vita che gli consenta di mangiare, di avere un lavoro e di vivere in pace. E’ impensabile che 62 persone hanno in mano la metà della ricchezza del mondo, se volessero potrebbero aiutare tutto il mondo così che nessuno migrerebbe più altrove per necessità. Ma questa è utopia quindi ad occuparsi del problema concreto devono pensarci i politici”.

Certo è partito attrezzato Alberto con il suo zaino da 22 chili dove ha dovuto pensare a tutto anche al rigido inverno della Francia del Nord, tutto senza nemmeno un soldo in tasca vivendo appunto solo di ospitalità e di esperienza. “Adesso che sono arrivato in Italia devo chiamare i tanti amici che ho per avvisarli che sono ritornato” tradisce un po’ di emozione mentre srotola ben 14 metri di ‘Credenziali del Pellegrino’, tra le centinaia di timbri delle diverse tappe ultimo quello della Cattedrale di Ventimiglia. Raccolte un po’ di informazioni all’ufficio turismo è ripartito alla volta di Roma con il sorriso di chi ha trovato la propria pace interiore.

Lorenzo Ballestra

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