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Monaco | 09 ottobre 2015, 19:36

I 'Fiammiferi' di Serenella Sossi a 'stArTerres La Céramique Autrement' a Vallauris dal 17 ottobre

L'artista imperiese sarà presente per questo nuovo importante evento nella patria della ceramica, con un'installazione dei sui originalissimi fiammiferi, realizzati appunto per la più parte in terra cotta

I 'Fiammiferi' di Serenella Sossi a 'stArTerres La Céramique Autrement' a Vallauris dal 17 ottobre

L'installazione di ‘Fiammiferi’ di Serenella Sossi prende parte a ‘stArTerres La Céramique Autrement’ alla Salle EDEN di Vallauris dal 17 ottobre al 21 novembre 2015. Vernissage sabato 17 ottobre alle ore 11.

"Questo è uno dei 6 eventi voluti quest'anno da stArt, fondata a Nizza nel 1990, per festeggiare i 25 anni dalla fondazione dell'associazione che da un quarto di secolo riunisce forze artistiche della zona e di fuori, creando eventi culturali e curando l'edizione di libri d'artista. Un catalogo è stato edito per questa occasione dalle Edizioni stArt.

L'artista ‘italiana di Nizza’ che da anni ormai fa parte del collettivo di stArt e che nel giugno scorso aveva già partecipato con dei dipinti a un'altra mostra organizzata da stArt a La Palud sur Verdun ‘la pietra l'acqua la linfa’, sarà presente per questo nuovo importante evento a Vallauris, patria della ceramica, con un'installazione dei sui originalissimi fiammiferi, realizzati appunto per la più parte in terra cotta.

Le installazioni di ‘fiammiferi’ sono la fase finale di un lungo lavoro su questo piccolo oggetto iniziato già parecchi anni fa con una ricerca pittorica legata all'‘arte povera’. L'evoluzione di questo lavoro mi ha portato alla realizzazione di questo oggetto anche in scultura per realizzare una serie di ‘fiammiferi’ in terra cotta, ma anche in bronzo, resina, legno di diverse dimensioni (da 20 a 140cm di altezza).

In contrasto con un mondo invaso da immagini ho voluto riprodurre un oggetto semplice, desueto, ormai ‘arcaico’.

Queste realizzazioni sono in maggioranza la riproduzione di fiammiferi già usati, più o meno bruciati, quasi come emblema della caducità e dell'effimero. Così come li ha definiti Maria Galasso, critico d'arte: ‘una ricerca dicotomica tra la vita e la non vita’.". 

C.S.

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