“Scommettiamo che ti sposo?”. Potrebbe essere questo il titolo della delibera del Comune di San Remo che permetterà alle coppie di sposarsi secondo il rito civile presso il famoso casinò della città. Il Consiglio Comunale, infatti, poco meno di un mese fa, ha aperto alla possibilità di celebrare le nozze nelle eleganti sale liberty dell’ex Kursaal, applicando alla lettera l’articolo 84 del Codice civile secondo il quale il matrimonio si può celebrare in qualsiasi luogo dell’amministrazione comunale, sempre che l'Ufficiale dello Stato Civile (sindaco o suo delegato) vi ci si possa recare, e comunque alla presenza di due testimoni. Magari non ci sarà il sosia di Elvis a cantare Love me tender, ma potrebbe un modo per sentire un po’ l’atmosfera di Las Vegas. Tuttavia, le cerimonie potranno essere celebrate solo il primo sabato e il terzo mercoledì' di ogni mese e le sale di Palazzo Bellevue dove si potra dire il fatidico “sì lo voglio” saranno il Biribissi, la Sala Privata e il Roof Garden, ma solo tra le 10 e le 14, per non disturbare le gente che di sera affolla i tavoli del casinò.
STRATEGIE DI MARKETING
La scelta del comune di San Remo e del casinò della città si inserisce in una strategia più ampia per differenziare l’offerta ed attrarre sempre più visitatori. Si tratta in realtà di una strada obbligata, che anche altre storiche case da gioco italiane stanno imboccando. È il caso, per esempio, del casinò di Campione - sempre un passo in avanti per quanto riguarda le iniziative commerciali – che ha cercato di sfruttare al meglio l’evento dell’anno, l’Expo di Milano. L’idea geniale è stata quella di creare un collegamento diretto tra l’area della fiera su cui sorgono i padiglioni dell’Expo 2015 e la casa da gioco. Un bus a due piani, simile a quelli che girano per le strade di Londra, porta i visitatori che vogliono andare a giocare Campione d’Italia direttamente nelle sale del casinò, ristrutturato pochi anni fa dall'architetto svizzero Mario Botta. Durante il viaggio si realizzano simulazioni di giochi da casinò, con in palio souvenir e gadget. Ma la trovata da Nobel del marketing è stata questa: il costo del servizio di andata e ritorno è di 20 euro, che però vengono convertiti fiche bonus da spendere ai tavoli o alle slot-machine.
IL CASINÒ DI VENEZIA GUARDA A EST
Ed è sempre per attrarre nuovi giocatori che recentemente il casinò di Venezia “Cà Nogara” ha deciso di investire dieci milioni di euro, per cercare di uscire dalle secche della crisi. L’intervento del casinò della città lagunare punta soprattutto a un target che, nei prossimi anni, sarà sempre più decisivo: i turisti cinesi. È ormai noto da tempo, infatti, che gli abitanti del paese asiatico sono grandi appassionati di gioco d’azzardo e l’enorme crescita economica degli ultimi anni, solo scalfita dalle turbolenze degli ultimi mesi, li ha dotati di una capacità economica considerevole, rendendoli il target privilegiato delle nuove strategie di marketing.
LA CRISI DEI CASINÒ TRADIZIONALI
Tutte queste iniziative servono in fondo a dare una risposta ad un unico problema: il calo di clienti e di incassi dei casinò tradizionali. La crisi economica globale, la diffusione delle slot machine e le nuove case di scommesse online hanno fatto diventare obsoleti molti dei riti che rendevano affascinante il tavolo verde “fisico”. In particolare, dalla liberalizzazione delle licenze dei casinò online, nel 2011, sono sorte in Italia numerose web che permettono scommettere comodamente da casa, che offrono bonus e premi immediati che allettano di più i giocatori. Nuovi operatori come CasinoPlanet il casinò online di GazzaBet hanno affiancato quelli che erano presenti sul mercato già da tempo, facendo aumentare a dismisura il volume d’affari, che, in Italia, in termini di spesa, ha raggiunto i 726 milioni di euro nel 2014.
UNA SFIDA GLOBALE
Tuttavia, non si tratta di un problema solo italiano. In tutto il mondo, ed in particolare in Occidente, l'industria del gioco sta cercando di attrarre segmenti della società che fino ad ora sono rimasti sordi alle sirene del gioco d’azzardo fisico. È il caso per esempio dei giovani tra i 25 ai 40 anni, una generazione cresciuta con i videogiochi e interessata a una maggiore interrattività. All’ultima G2E Global Gaming Expo (World Game Expo) – la prossima si terrà a Las Vegas alla fine di settembre – erano numerosi i produttori che lanciavano le proprie novità in questo senso. Si punta soprattutto ai giochi classici, rivisitati in chiave gambling: è il caso di Lucky Words (simile allo Scarabeo), Police Pooches (Angry Birds), Dreadnaught (Battaglia Navale) e Raze (Risiko).
IN GIAPPONE FANNO FURORE I “PACINKO”
Anche i casinò del Giappone, altro paese di grandi appassionati del gioco d’azzardo, avevano sperimentato una caduta sensibile degli introiti, a causa dell’invecchiamento della popolazione e della perdita di appeal delle vecchie sale da gioco. Tra il 2004 e il 2009 almeno una casa da gioco su cinque è stata costretta a chiudere i battenti, in un paese dove il fatturato globale del gioco d’azzardo supera i 5 miliardi di euro. Eppure a salvare l’intero settore ci stanno provando i “pacinko”, le più popolari macchine per il tempo libero del paese del Sol nascente. I “pacinko” sono una via di mezzo tra le classiche slot e il flipper. A seconda di dove si lasciano cadere le palline, si accumulano dei punti, che in seguito vengono tradotti in premi in denaro. Il 'pachinko' è nato intorno al 1930, ispirato da un gioco simile statunitense, ma poi fu abbandonato durante allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Negli anni '40 il gioco è stato recuperato e oggi ha raggiunto grande popolarità in Giappone e Taiwan. Chissà se il “pacinko” significherà la salvezza anche dei casinò italiani.














