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Politica | 23 maggio 2015, 16:13

Taggia: incontro con la 'Casa della Legalità', Abbondanza fa luce sulle sue dichiarazioni sul 'caso' Comandini

Abbondanza accusa Carmine Mafoddadi non essersi mai staccato dalla sua famiglia. "Staccarsi - ha detto - vuol dire non avere rapporti con la propria famiglia. A noi fa piacere che i componenti di una famiglia di 'ndrangheta rompano coni propri familiari. La forza della 'ndrangheta si regge sulla forza del nucleo familiare".

Taggia: incontro con la 'Casa della Legalità', Abbondanza fa luce sulle sue dichiarazioni sul 'caso' Comandini

"Non ho mai sentito nessuno dei candidati dire, io non voglio i pacchetti di voti. Mai nessuno ha detto che Marcianò o Palamara, famiglie legate alla 'ndrangheta, fanno schifo".

Inizia con queste parole pronunciate da Christian Abbondanza, l'incontro organizzato da Casa della Legalità nella Sala Consiliare del comune di Taggia. Abbondanza riporta gli atti dell'inchiesta Maglio tre relativi alle infiltrazioni della criminalità organizzata in provincia di Imperia.

 

"La 'ndrangheta fa un doppio tipo di appoggio - continua Abbondanza - semplice e a largo raggio che ha bisogno in questo caso dell'avallo di Bordighera e Ventimiglia". Abbondanza, torna anche sulle polemiche relative al cosiddetto caso Comandini, l'esponente del MoVimento 5 Stelle, candidato in Consiglio Regionale, accusato di essere in rapporti con Carmine Mafodda, imparentato con una famiglia legata alla 'ndrangheta.

 

Comandini, secondo quanto ha dichiarato Abbondanza nei giorni scorsi, risulta candidato alle regionali, nonostante la candidata alla presidenza Alice Salvatore abbia annunciato il ritiro della sua candidatura in Consiglio. Abbondanza accusa Carmine Mafodda di non essersi mai staccato dalla sua famiglia. "Staccarsi - ha detto - vuol dire non avere rapporti con la propria famiglia. A noi fa piacere che i componenti di una famiglia di 'ndrangheta rompano coni propri familiari. La forza della 'ndrangheta si regge sulla forza del nucleo familiare".

All'incontro ha preso parte anche Rolando Fazzari, da sempre impegnato nella lotta contro la 'ndrangheta locale, che ha ricordato l'episodio legato alla morte del figlio Gabriele, scompaso all'età di diciotto anni il 31 ottobre 2012 mentre stava lavorando a bordo del suo escavatore nella cava tra Balestrino e Toirano nell'impresa di famiglia, quando un crollo della parete rocciosa l'ha seppellito togliendogli la vita.

Rolando Fazzari ha da sempre manifestato la volontà di volere andare a fondo alla vicenda. "Non è stata una disgrazia - aveva detto tramite un post su Facebook - per ben diverse volte ho presentato con documenti la richiesta per avere la messa in sicurezza dell'area". Per la morte di Gabriele Fazzari è in corso un processo.

"La presenza della 'ndrangheta è data dalla scarsa partecipazione a questo incontro - ha detto Rolando Lazzari - quanti amministratori ci sono? Nessuno".

Francesco Li Noce

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