In occasione del 60° anniversario della scomparsa di Pier Bussetti, il gestore del Casinò di Sanremo che si tolse la vita a Roma il 20 febbraio 1953, e che è ricordato soprattutto per aver lanciato, insieme ad Amilcare Rambaldi e Angelo Nizza, il primo Festival di Sanremo, il Dott. Andrea Gandolfo ci offre qualche notizia storica su questo interessante personaggio in relazione alla nascita del Festival, anche per festeggiare la serata finale della 63ª edizione che si terrà tra poche ore. Questo il racconto (tratto da un suo saggio sulla nascita del Festival edito nel 2010):
Nel 1947 era giunto a Sanremo Angelo Nizza per assumere la guida dell’Ufficio Stampa, Turismo e Manifestazioni del Casinò insieme a Mario Sogliano, un giornalista napoletano molto intraprendente. Nizza, appassionato di musica jazz e reduce dal successo della trasmissione radiofonica I quattro moschettieri, di cui era coautore insieme a Riccardo Morbelli, iniziò subito un’intensa attività con l’obiettivo di dare nuovo smalto alla fama turistica della città e contemporaneamente aumentare gli incassi del comparto giochi. Dopo essere giunto a Sanremo, Nizza fu contattato da Rambaldi che gli comunicò la sua idea di organizzare un festival della canzone, lo convinse della bontà della sua proposta, appoggiata anche da Sogliano, e, forte dell’amicizia che godeva nei suoi confronti, appartenendo tra l’altro entrambi alla loggia massonica di Sanremo “Giuseppe Mazzini”, riuscì ad ottenere il suo consenso a caldeggiare il progetto presso il gestore del Casinò Pier Bussetti, un imprenditore turistico originario di Finale Ligure, responsabile della società ATA (Attività Turistiche Alberghiere), che aveva assunto l’appalto del Casinò il 30 settembre 1949 con un’offerta dell’81,70% sugli incassi.
L’occasione propizia si offrì quasi casualmente nell’estate 1950 da una manifestazione gastronomica, il “Festival della gastronomia”, tenutasi alla Pergola Fiorita, una proiezione estiva della sala ristorante del Casinò prospiciente corso Inglesi, ubicata nell’area adibita attualmente a parcheggio. Tra l’agosto e il settembre di quell’anno, infatti, rinomati ristoranti di undici paesi avrebbero dovuto presentare le specialità della loro terra. Alla serata americana parteciparono i celebri attori comici Stan Laurel e Oliver Hardy, accompagnati dalle loro consorti, mentre a quella francese presenziarono Jean Gabin, Edith Piaf e Fernandel, che riscossero un notevole successo di pubblico suscitando anche una certa eco sulla stampa locale e nazionale. Le note dolenti della manifestazione erano però rappresentate dall’aspetto finanziario, in quanto le spese sostenute per le varie serate toccarono mediamente i due milioni dell’epoca (corrispondenti a circa centomila euro), equamente ripartite tra bevande, cuochi, camerieri, numeri di varietà, orchestre e via dicendo, che rendevano i costi dello spettacolo di fatto insostenibili. Per rendere possibili iniziative di quel genere si rendeva indispensabile un grande ritorno in termini pubblicitari e a quell’epoca ciò era realizzabile soltanto con l’ausilio della radio. Fu così che Nizza consigliò a Bussetti di rivolgersi alla Rai e proporre all’Ente radiofonico di Stato di trasmettere una manifestazione di canzoni, possibilmente inedite, idea che, rispetto al progetto originario di Rambaldi del novembre 1945, conteneva una piccola ma significativa novità: la trasmissione in diretta attraverso le onde radio, a tutta l’Italia, della rassegna canora.
Dopo aver stilato una dettagliata relazione a Pier Bussetti e averne ottenuto il benestare, Nizza si attivò presso alcuni amici che aveva in Rai interpellando prima di tutti Nunzio Filogamo, celebre allora in tutta Italia per aver interpretato il personaggio di Aramis nella trasmissione I quattro moschettieri. Quest’ultimo informò del progetto il maestro Cinico Angelini, direttore di una delle due orchestre della Rai che eseguivano musica leggera (l’altra era diretta da Pippo Barzizza), e insieme presentarono Pier Bussetti al direttore dei programmi radiofonici Giulio Razzi, che stava cercando nuove canzoni più adatte ai tempi e alla nuova programmazione radiofonica. L’accordo tra la Rai e il Casinò sul regolamento della manifestazione fu raggiunto in tempi molto rapidi e concluso il 14 novembre 1950, quando lo stesso direttore Razzi inviò una circolare a tutte le case editrici italiane nella quale comunicava l’indizione del “Festival della canzone italiana di San Remo”, «d’intesa con la Direzione del Casinò Municipale di San Remo», che avrebbe dovuto costituire «un nuovo contributo della Rai per la valorizzazione della canzone italiana»; invitava le case editrici a trasmettere entro il successivo 30 novembre una canzone inedita di autore e compositore italiano; informava che un’apposita commissione avrebbe selezionato venti canzoni che sarebbero state eseguite da un’orchestra della Rai in due spettacoli allestiti, verso la fine di gennaio, presso il Casinò di Sanremo; prevedeva infine che il pubblico presente avrebbe espresso un giudizio sulle canzoni, in modo tale da formare una graduatoria, e che le dieci canzoni dichiarate vincitrici sarebbero state valorizzate mediante la loro inclusione nei repertori delle orchestre della Rai facendone menzione sul «Radiocorriere». Anche il giornale locale «Il Nuovo Eco della Riviera» dava notizia dell’avvenuto accordo tra la Rai e la Direzione della Casa da gioco matuziana sul numero del 10 dicembre 1950.
Conclusi gli accordi con la Rai e messo a punto il programma della manifestazione, il 29 gennaio 1951, alle 22 in punto, Nunzio Filogamo dichiarò aperto dal Salone delle Feste del Casinò Municipale di Sanremo il primo Festival della Canzone italiana. Il 30 gennaio Bussetti venne anche chiamato a far parte della giuria che avrebbe dovuto scegliere le tre canzoni vincitrici della manifestazione canora, mentre, dopo aver preso parte alla cerimonia di premiazione dei vincitori, ringraziò la Rai per la perfetta organizzazione del Festival e, presagendo il successo futuro della kermesse, rilasciò la seguente dichiarazione: «Se la canzone è così importante da essere al tempo stesso musica e costume, non si può non plaudire agli intenti di coloro che questo Festival hanno voluto». La sua rimane comunque, nonostante la sua fine ingloriosa, una delle figure più significative nella storia della manifestazione musicale sanremese, oltre a rappresentare un piccolo protagonista anche per la storia della nostra città.














