Ha preso il via a Sanremo il tanto atteso consiglio comunale che vede all'ordine del giorno la discussione sul Regolamento alienazione beni immobili. Ad inizio seduta è stato osservato un minuto di silenzio in memoria delle tre ragazze 20enni, Sara Ceriolo, Michela Carassale ed Anita Baronio, tragicamente scomparse dieci giorni fa a seguito di un incidente stradale sull'Aurelia Bis. L'assise ha poi iniziato ad affrontare la manovra che dovrà mettere a posto i conti per non sforare il patto di stabilità. L'operazione prevede l'alienazione di alcuni beni, per esempio negozi, in alcune zone della città come in via Palazzo, Piazza Eroi e Piazza Muccioli. In discussione anche il caso del Tiro a Volo e la vendita delle azioni dell'Autofiori detenute dal Comune.
La prima pratica è stata illustrata dall'assessore al bilancio Diego Maggio. "E' una pratica che si lega alla continua ricerca del patto di stabilità - ha detto - Questa delibera tende a mantenere di proprietà comunale beni di particolare importanza o ubicati in zone di particolare pregio. Il documento richiama il regolamento già portato all'attenzione del consiglio".
"Il capitolo delle alienazioni si inserisce nel bilancio consuntivo del Comune - ha detto Domenico Infante del Pd - questa è un'amministrazione a corto di idee e di progetti. La modifica del regolamento, dove si prevede un ribasso al 20% previsto in caso di asta deserta, potrebbe mettere il Comune in una situazione di svendita dei suoi beni. La possibilità in ultima istanza di vendita della proprietà del bene dovrebbe essere cancellata - prosegue Infante - lasciando solo un usufrutto 20ennale. La parte che riguarda la parte del Palafiori, dato alla Sanremo Promotion, deve essere cancellata perchè è un'operazione scellerata, incompatibile con le norme del patto di stabilità dei Comuni. Vendere le azioni dell'Autostrada dei Fiori potrebbe rivelarsi un boomerang utile solo per far velocemente cassa, ma rappresenterebbe un impoverimento futuro trattandosi di quotaazi che garantiscono un utile netto tra 3 e 400 mila euro l'anno. Pensiamo quindi a quando mancheranno questi soldi. Momenti di crisi come questo sconsiglierebbero ad ogni padre di famiglia la vendita di un bene così redditizio. La sensazione complessiva è che quest'Amministrazione poiuttosto che salvare la città voglia salvare se stessa".
La pratica è stata poi approvata a larga maggioranza compresi molti voti dell'opposizione. "Un voto positivo spinto dalla necessità della situazione - ha spiegato il consigliere di minoranza Eugenio Nocita - l'inserimento del diritto d'uso è importante per far si di conservare questi beni ai nostri figli".
















