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Attualità | 26 febbraio 2015, 20:24

Da Sanremo ed Imperia in Sierra Leone per la lotta all'Ebola: sono arrivati Roberto Ravera e Franco Maragliotti

Il viaggio ha visto anche la spedizione di una seconda jeep ma anche tanti doni, tra cui medicine e beni di prima necessità da portare ai bambini, per i quali è stato riempito un container.

Da Sanremo ed Imperia in Sierra Leone per la lotta all'Ebola: sono arrivati Roberto Ravera e Franco Maragliotti

E' tornato in Sierra Leone, lo psicologo sanremese Roberto Ravera, dopo il viaggio svolto alla fine dello scorso anno. Questa volta il viaggio, con l'amico Franco Maragliotti, ha visto anche la spedizione di una seconda jeep ma anche tanti doni, tra cui medicine e beni di prima necessità da portare ai bambini, per i quali è stato riempito un container.

L'intervista a Roberto Ravera, nell'ottobre dello scorso anni, prima del viaggio precedente in Sierra Leone:

Ravera e Maragliotti hanno ringraziato Fhm Italia, la Farmacia di Pontedassio per la seconda donazione di farmaci, Renato Savaia di In.Net di Imperia per la donazione di un pc portatile e le amiche del coro Sacra Famiglia di Imperia oltre a Sabrina Semproni per la raccolta dei farmaci spediti. Per Ravera il secondo viaggio in Sierra Leone per la lotta all'Ebola.

Dal suo profilo Facebook Ravera scrive: "Trade and Poverty stressed three: de-industrialization, rising inequality, and primary product price volatility". Ho colto questa citazione dopo l'ardua lettura del tomo: Trade and poverty : when the Third World fell behind (The MIT Press, 2011)di J. Williamson. Mi rendo conto, stando in Sierra Leone, che ciò che accade qui è un paradigma tragico di ciò che è evidente in macro-economia, dove uno strisciante mondo finanziario formato da lobbies esclusive, decidono le sorti di un mondo intero. Interessi che nascono dal profitto, dall'ipocrita credenza che la libertà sia poter speculare su tutto (liberismo?) e che non vi sia posto per un etica sociale. Stando qui ci si rende conto che il mondo si regge alla fine sulle persone di buona volontà, su persone che muovono le coscienze e che non si fermano facilmente davanti alla paura. Qui c'è un clima surreale, un umanità sospesa che vive un'allegria disperata, che cela una ferita profonda nonostante l'African Style. Sono passati dalla guerra ad Ebola senza usare mai la parola "crisi". Strano no? Noi siamo sempre in crisi, per un motivo o per l'altro, mentre qui vivere sempre in quella che per noi sarebbe emergenza è diventato così normale. Ribadisco alcuni concetti: 1) di qui non si scappa per la fame, ma per la mancanza di giustizia, di prospettive, di diritti e di dignità. Questa globalizzazione pervasiva sembra curarsi molto poco di queste cose. Prima di tutto la produzione e la ricchezza. 2) dire: "aiutiamoli a casa loro" è un bel concetto ma è tutto fuorché facile. Le organizzazioni governative sono troppo coinvolte con i governi locali e quelli come noi - le Non Governmental Organization - fanno i conti con la cronica mancanza di fondi. 3) Ebola è un male silente, non sarà facile estinguerla. Eppure qui si comincia ad abbassare la guardia e il virus è sempre in agguato. 4) credo che i danni e le ferite dell'anima sulla gente siano incalcolabili; i bambini e i giovani è da settembre che non vanno a scuola e l'economia reale è precipitata. Ad ogni modo c'è un fermento da parte di tanti avvoltoi che vedono la possibilità di fare affari a buon mercato. 5) il PIL di un paese non è la somma dei beni prodotti è soprattutto il livello di benessere della gente. Ma qui è un miraggio e le persone credono che andarsene sia la soluzione, oppure affogano nell'allegra disperazione. 6) Penso che lo scopo del nostro lavoro non sia solo costruire ospedali, centri medici e comunità, ma sia quello di promuovere un salto culturale, di mettere insieme percorsi di crescita civile e di conoscenza e di farlo condividendo con questi amici un percorso di vita. Con Franco e Valentina stiamo facendo un'esperienza profonda che lacera tutte le certezze, che ci apre la mente, che ci spinge ad un continuo aggiornamento di ciò che la ragione sembra suggerirci. Ma il bello della vita è questo: alzarsi ogni giorno con quello stupore che ci fa alzare lo sguardo...

Carlo Alessi

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