I Clavesana nella storia del Ponente ligure raccontati dal lettore Pierluigi Casalino

"I Clavesana estendevano i loro domini in genere su tutto il Ponente ligure. Oltre ad avere giurisdizione soprattutto su Pieve di Teco, Andora, prima che quest'ultima diventasse comunità indipendente (aveva un castrum al quale si accedeva per vie coperte ed archivolti), e su Cervo, dove risiedevano pescatori di corallo di origine catalana, che intrattenevano rapporti anche con il Nord Africa, i Clavesana erano signori di Diano Castello e di Porto Maurizio. Quest'ultimo borgo nel XIII secolo si federò con Genova, riaffermando tuttavia presto  anche da essa la propria indipendenza. Nel 1239, peraltro, una potente flotta genovese, guidata da Fulcone Guercio, ricondusse l'animosa comunità portorina a più miti consigli.

La vicina Oneglia- separata da Porto dal torrente Vernelio o flumen Vernelii -, invece, che sorgeva anticamente in posizione elevata - l'odierna Castelvecchio - fu dominio di Olderico Manfredi e in seguito feudo dei Vescovi di Albenga, i quali stanchi delle pretese genovesi, dei conti di Ventimiglia e degli stessi Clavesana, il 30 gennaio 1298 la vendettero a Nicolò e Federico Doria, per il prezzo di undicimila. I Doria, molto accuratamente fecero costruire il loro palazzo in riva al mare, obbligando i loro vassalli a recarsi a valle per tributare loro omaggio e disbrigare i loro affari amministrativi. Sorse così un'Oneglia marittima che restò in possesso dei Doria fino al 1576, anno in cui la città fu venduta ai Savoia per quarantamila scudi d'oro. Il destino storico-politico dei due centri sarà riunificato definitivamente in epoca post-unitaria, diventando anche capoluogo di provincia.

Pierluigi Casalino".