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Solidarietà | 19 marzo 2017, 09:00

La lebbra nel XXI secolo, AIFO la combatte con l'amore, l'ascolto e il rispetto senza pregiudizi

AIFO crede che ad ogni persona, soprattutto se emarginata, debba essere restituita la dignità, e che le relazioni sociali debbano essere basate sull’equità. [...] Se volete sapere più cose del Gruppo AIFO Imperia, non mancate all'incontro "A braccia aperte, conoscere per capire" che si terrà il prossimo 22 marzo alle 20.45 presso la Sala Don Piana - Via Lombardi Rossignoli, 25 a Diano marina.

La lebbra nel XXI secolo, AIFO la combatte con l'amore, l'ascolto e il rispetto senza pregiudizi

Abbiamo incontrato Susanna Bernoldi, Coordinatrice del Gruppo Aifo di Imperia per farci spiegare cosa rappresenti AIFO e quale sia la sua missione, visto che la lebbra è ancora una realtà così attuale in vari paesi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina, dove persistono condizioni socio economiche precarie che ne favoriscono la trasmissione. Infatti, ci si ammala ancora di lebbra ai giorni nostri, e la sua diffusione in alcune zone povere del mondo è causa di nuove disabilità. La lebbra o morbo di Hansen è un’infezione causata dal batterio (Mycobacterium Leprae). La lebbra una volta era in tutta Europa, anche in Norvegia (patria dello scienziato Hansen scopritore del bacillo, alla fine del 1800). Ciò che debellò la lebbra fu semplicemente il miglioramento delle condizioni di vita, perchè si ammala chi non può nutrirsi a sufficienza né lavarsi a sufficienza, cioè chi vive in grande, esagerata e ingiusta povertà. Infatti la grande conquista fu quella di trattare la lebbra come qualunque altra malattia dermatologica. I farmaci ottimali furono individuati negli anni '80: la polichemioterapia: Dapsone, Rifampicina e Clofazimina che, insieme, debellano il mycobatterio in 6 mesi nei casi paucibacillari (con pochi bacilli) o un anno nei multibacillari (in questo caso il corpo è tutto coperto di macchie che sono chiare sulla pelle scura).

Di lebbra si guarisce a qualunque stadio. Il problema di questa malattia è che se curata subito non rimane alcun segno, ma se, per pregiudizio, paura o mancanza di struttura non viene individuata e curata, la persona sviluppa gravissime disabilità alle mani, ai piedi, al volto, per cui rimarrà un "lebbroso" a vita anche se perfettamente guarito. Ecco il grave problema della lebbra. Se non curata in tempo la persona rimane comunque emarginata perchè porta i segni della malattia che ancor oggi, in molte parti, è considerata una maledizione divina. Ancora oggi si deve combattere soprattutto contro la disinformazione e lo stigma.

Cos'è AIFO?

"L’AIFO è l'Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, un’Organizzazione non Governativa (ONG) impegnata nel campo della Cooperazione Socio-Sanitaria Internazionale. Ma è soprattutto un'organizzazione specializzata in progetti dedicati alla cura e prevenzione della lebbra nel mondo e non solo. AIFO crede che ad ogni persona, soprattutto se emarginata, debba essere restituita la dignità, e che le relazioni sociali debbano essere basate sull’equità. Inoltre, crede anche, che si debba porre al centro del processo la persona cui è rivolta l’azione, la quale diventa protagonista di tutte le decisioni che la riguardano. E' altrettanto importante avere grande conoscenza ed attenzione per il contesto storico, culturale, sociale in cui si agisce, assumendo il modello partecipativo e comunitario fondato sulla valorizzazione delle risorse locali e sulla gestione decentrata delle azioni progettuali."

Da cosa è nata la sua passione per AIFO?

"Io se mi sono innamorata di AIFO è perché ho incontrato sul mio cammino il pensiero, le opere e le gesta di un Cavaliere di altri tempi, ma incredibilmente attuale, Raoul Follereau, giornalista francese, fondatore di AIFO, che dedicò la sua vita alla battaglia contro la lebbra e tutte le altre "lebbre". Un uomo che ebbe sempre l’accortezza di non parlare solo della malattia in sé, ma delle 'lebbre', quindi dell’ingiustizia, della povertà e della distribuzione diseguale delle ricchezze. Un uomo - prosegue Susanna Bernoldi - che ti butta nelle braccia di chi non ha niente. Di lui mi ha affascinato il fatto che l'abbia fatto con gioia, dedicando tutto se stesso al prossimo, con il sorriso. Perché per me è fondamentale che quando ci approcciamo all'altro, sia che sia una persona, un animale o natura, l'importante è che sia fatto veramente con il cuore e con gioia, perché l'altro lo percepisca. Mi ha profondamente colpito il fatto che lui sia andato ad abbracciare i malati di lebbra quando non si sapeva ancora come si trasmettesse la malattia, quando non c'erano ancora i farmaci validi per curarla. Questo è quello che mi ha attratto."

Qual'è la mission di AIFO e che tipo di aiuti pratici fornisce?

"AIFO non fa solo raccolta di fondi come tante altre serie agenzie. AIFO, seguendo quanto ci ha insegnato Follereau , deve lottare contro le altre "lebbre": l'ignoranza, l'emarginazione, l'indifferenza e l'egoismo. La nostra Mission parte dalle scuole con la sensibilizzazione di studenti e professori, un incontro diretto con queste persone. L'amore non è solo cristiano ma può essere laico e aldilà di ogni credo o pensiero politico. Noi come AIFO Imperia siamo molto attivi e collaboriamo con chiunque abbia voglia di agire in modo positivo per costruire. L'accoglienza è un dovere. Ho visitato di persona molti dei nostri progetti e ho visto come vengono spesi i soldi. Sono '25 anni che faccio attività nelle scuole. Il nostro obiettivo è puntare sull'educazione all'incontro con l'altro che noi facciamo già nelle scuole, con convegni e attraverso mostre fotografiche dei progetti e sui Diritti Umani, per far capire che bisogna andare verso l'altro e che la nostra operatività ha veramente un valore enorme perché cambiamo veramente la vita delle persone e non soltanto a parole e questo lo facciamo con l'ascolto e il rispetto. L'altro motivo per cui continuo ad operare con AIFO è il forte desiderio di incontrare chi è diverso da me, e grazie ad AIFO ho toccato con mano opere veramente alla pari. Il nostro logo sono quelle due mani che si incontrano. AIFO non fa la carità ma si pone in ascolto della gente del posto, dei missionari e delle autorità che ci dicono di che cosa abbiano bisogno. Queste sono le priorità di AIFO: ascoltare i locali, fare piccoli progetti, ma su misura delle persone e del luogo, consentendo loro di acquisire un passo per volta la dignità persa e facendo loro riacquistare una consapevolezza di esistere."

Perché oggi non viene diffusa nessuna informazione sui problemi dell'emarginazione delle popolazioni colpite dalle "lebbre" descritte da Follereau?

"L'Associazione cerca di ridare dignità alle persone in modo che riacquistino fiducia in loro stesse e nelle proprie capacità nelle loro terre. Molti non si fanno carico di questi problemi perché sono già offuscati dai propri problemi e non hanno la capacità di guardarsi intorno. Grazie ad AIFO mi sono resa conto che c'è una disinformazione voluta, infatti, l'Italia è al 74° posto nella classifica della libertà di stampa. Il popolo italiano non viene volutamente informato di quello che accade nel mondo, delle ingiustizie, delle repressioni e delle reali cause di impoverimento e delle tante guerre, così utili per poter poi depredare le ricchezze di quelle terre! Prendiamo ad esempio il problema migranti: restituire la dignità alle persone era il sogno di Follereau e noi vogliamo informare l'opinione pubblica che i flussi migratori di oggi non debbano essere visti come una minaccia, perché quelli che arrivano da noi sono persone che fuggono da guerre e carestie delle quali molte volte i paesi ricchi ne sono la causa. La gente ha bisogno di fiducia e le Istituzioni non possono permettersi di dare false informazioni per istigare alla xenofobia, alla paura "del nero" come più volte abbiamo sentito a livello nazionale e locale. Questi sono altri argomenti su cui si batte AIFO. Noi cerchiamo di far capire il valore enorme che ogni essere umano ha. AIFO vuole lottare contro la disinformazione che c'è sia in Italia che in altri paesi. L'obiettivo è quello di espandere l'idea di partecipazione a gruppi di confronto e mutuo aiuto che in alcuni paesi si è rivelata una strada privilegiata per superare il condizionamento psicologico e riacquistare fiducia in se stessi e nella comunità. Nel XXI secolo non ci possiamo più permettere di condannare alla solitudine ed all'emarginazione questa gente, ma abbiamo il dovere morale di aiutarli con l'amore, l'ascolto e il rispetto senza pregiudizi."

Se volete sapere più cose del Gruppo AIFO Imperia, non mancate all'incontro "A braccia aperte, conoscere per capire" che si terrà il prossimo 22 marzo alle 20.45 presso la Sala Don Piana - Via Lombardi Rossignoli, 25 a Diano marina.

Per avere ulteriori informazioni:

Gruppo AIFO di Imperia

Referente:
Susanna Bernoldi

Indirizzo:
c/o Bernoldi Susanna
Via Baitè, 103 - 18100 Imperia - email: susibernol@gmail.com

Sito: www.aifo.it/contatti/coordinamenti-e-gruppi/coordinamento-liguria

Maurizio Losorgio

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