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Eventi | 23 aprile 2015, 11:04

Ventimiglia celebra Ettore e Marco Bassi, vittime della persecuzione razziale: intitolata loro la piazza della Biblioteca Aprosio

A pochi metri di distanza, in un vecchio edificio, ancora oggi esistente, situato nella centrale via Cavour, vicino al Convento Aprosiano e alla Stazione Ferroviaria, era infatti ubicata la nota merceria gestita dalla famiglia Bassi, attiva sino all’emanazione delle leggi razziali.

Ventimiglia celebra Ettore e Marco Bassi, vittime della persecuzione razziale: intitolata loro la piazza della Biblioteca Aprosio

Inaugurata, stamani, la piazza in memoria di Ettore e Marco Bassi a Ventimiglia, vittime della persecuzione razziale. L’iniziativa rientra nell’ambito dell’anniversario del 70° anno della Liberazione dal regime nazifascista. Ai due eroi è stata intitolata la piazza antistante i locali della Biblioteca Aprosiana, con delimitazione “vetrina espositiva dell’attività commerciale “outlet” vendita scarpe, sino al passo carraio che consente l’ingresso ai locali facenti parte della parrocchia di Sant’Agostino”.

A pochi metri di distanza, in un vecchio edificio, ancora oggi esistente, situato nella centrale via Cavour, vicino al Convento Aprosiano e alla Stazione Ferroviaria, era infatti ubicata la nota merceria gestita dalla famiglia Bassi, attiva sino all’emanazione delle leggi razziali. La generosità e la disponibilità dei Bassi nel prestare soccorso a poveri e bisognosi gli valsero la gratitudine e il rispetto della popolazione ventimigliese. Nel 1939, benché colpito dalle leggi razziali, Ettore Bassi assunse, con grande senso di responsabilità, il delicato e gravoso compito di rappresentante in città dell’organizzazione di soccorso ebraica italiana “Comasebit”, diventando un importante riferimento a livello europeo. Infatti con il suo impegno umano e materiale, costruì una vera struttura finalizzata ad organizzare ed attuare in modo determinante il salvataggio di numerosissime vite umane, favorendo, con il supporto di diversi cittadini ventimigliesi, l’emigrazione clandestina verso la Francia di centinaia di correligionari stranieri, costretti a lasciare l’Italia per effetto della persecuzione da parte del regime fascista. Questa attività proseguì intensamente sino al mattino del 26 novembre 1943, quando Ettore e Marco Bassi furono arrestati dalla polizia italiana e consegnati ai tedeschi. Quello fu l’ultimo atto di una vicenda molto importante nel quadro del periodo bellico per la nostra città. I Bassi furono deportati nel campo di concentramento di Auschwitz, da dove non fecero più ritorno. La signora Ester Segrè, moglie di Ettore e mamma di Marco, riuscì miracolosamente a sfuggire dalla caccia all’ebreo, grazie all’attività di alcuni religiosi attivi nella zona di ponente. Quest’anno il Comune di Ventimiglia ha deciso di riportare alla memoria di tutti i cittadini l’esempio eroico della famiglia Bassi, commercianti ventimigliesi che con la loro attività contribuirono in modo concreto a combattere uno degli avvenimenti più orrendi che l’umanità possa ricordare.

“Oggi la città vuole lasciare un segno indelebile a memoria di tante persone che sacrificarono la vita per donare la libertà alle future generazioni”, ha detto il Sindaco della città di confine Enrico Ioculano allo scoprimento della targa commemorativa.  Alla cerimonia, tra gli altri, hanno partecipato anche il presidente della Comunità ebraica di Mentone Daniel Bensoussan, il consigliere Roberto Nazzari, molto vicino alla comunità ebraica francese, e lo storico Paolo Veziano. All’evento assiste, infine, una delegazione di studenti del Liceo Aprosio chiamata a portare una testimonianza in seguito ai viaggi studio effettuati nei campi di concentramento nel Nord Europa.

Renato Agalliu

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