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Attualità | 20 marzo 2023, 07:11

Diga in valle Argentina sì o no? La parola ai sindaci, dopo 60 anni e con la siccità che incombe il progetto fa meno paura

Abbiamo chiesto un parere ai sindaci della vallata: Mario Conio (Taggia), Matteo Orengo (Badalucco), Mariano Bianchi (Montalto Carpasio), Manuela Sasso (Molini di Triora) e Massimo Di Fazio (Triora).

Diga sì, Diga no. Cosa ne pensano le amministrazioni comunali della Valle Argentina? Una delle questioni più spinose di questo territorio torna d'attualità dopo che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha indicato l'invaso sul torrente Argentina come prioritario e strategico, al punto da assegnare cospicui fondi per finanziare uno studio di fattibilità e una progettazione. 

Da giorni la notizia fa discutere la vallata, esattamente 60 anni dopo la battaglia civile che decretò l'interruzione per la costruzione della diga di Glori. Una battaglia che subì una accelerazione in seguito alla tragedia del Vajont. 

La decisione del Ministero ha colto di sorpresa cittadini e amministratori dei paesi. Da Taggia a Triora nessuno ne sapeva nulla. Nei Comuni, preso atto dell'indicazione arrivata da Roma, ora ci si chiede dove possa essere costruito un invaso, quali dimensioni potrebbe avere e quale sarebbe l'impatto sul territorio. Di fronte però alla sorpresa i sindaci non vogliono chiudere le porte a priori al 'progetto diga'.

Mario Conio, Taggia

 

 

"Ne ho preso atto dai giornali - dice un po' rammaricato il sindaco di Taggia, Mario Conio - Non ero a conoscenza di questa ipotesi. Ora siamo in una situazione emergenziale e bisogna attivarsi urgentemente per un rafforzamento dei nostri acquedotti e pozzi. Però pensando ad un invaso come quello quello proposto negli anni '60, è troppo e già all'epoca venne rigettato. Va detto che oggi si possono realizzate opere meno impattanti sul territorio. Mi auguro quindi che il riferimento non sia una soluzione che altererebbe drasticamente la valle. Cosa diversa è valutare progetti di minore portata. Il punto è che serve l'immediato coinvolgimento degli amministratori locali perché certi progetti non possono essere calati dall’alto ma devono partire da una condivisione con il territorio". 

Matteo Orengo, Badalucco

Per Matteo Orengo, sindaco di Badalucco, una situazione complessa. Nel '63 fu proprio la comunità badalucchese a guidare la protesta che bloccò i lavori per la diga, un ricordo ancora oggi vivo in paese. "È stata una doccia gelata che ci ha lasciato allibiti. Confermo che nessuno ne sapeva nulla. Badalucco quest'anno vuole ricordare Filippo Boeri, il sindaco che nel 1963 guidò la protesta, oltre naturalmente a ricordare il sacrificio della comunità di Longarone che aprì gli occhi alla nostra comunità" - afferma Orengo. 

"Tuttavia un conto è fare discorsi e riflessioni ampie un altro è trovarsi a parlare di diga: una questione che crea disagio, ansia, paura e nervosismo in una comunità che ha combattuto. Va detto che stiamo vivendo un'epoca di grossi progetti e il Governo sta cercando soluzioni pratiche al problema siccità. - ricorda il sindaco di Badalucco - Se ne dovrà parlare per analizzare le ripercussioni ambientali che un'opera del genere potrà avere, ricordando come il nostro sia un territorio franoso. Oggi è presto per prendere posizione ma mi piacerebbe che all'interno di questo disegno vengano presi in considerazioni gli attori locali perchè un progetto di questo tipo cambierà la valle e in particolare Badalucco. Dobbiamo capire meglio però auspico che sia una riflessione serena e matura su vantaggi e svantaggi che quest'opera potrebbe comportare".

Mariano Bianchi, Montalto Carpasio

"Andiamo di nuovo incontro alla siccità, anche quest'anno non sarà facile - mette le mani avanti Mariano Bianchi, sindaco di Montalto Carpasio - Uno studio potrebbe essere una mossa intelligente, se passerà un'opera con dimensioni più contenute perchè no. Certo non possiamo accettare gli 80 metri previsti nel progetto del 1963. Per il resto, è stata un sorpresa e stiamo ancora cercando informazioni. Servirà un coinvolgimento della parte locale prima che venga presa qualsiasi decisione. Poi bisognerà capire anche quale potrebbe essere il reale vantaggio visto che purtroppo l'Argentina non ha più così tanta acqua nemmeno in inverno".

Manuela Sasso, Molini di Triora

 

 

"Lo scopriamo oggi. Non eravamo informati. Rispetto al passato c'è più attenzione sull'acqua e sul problema della siccità, tutti ce ne stiamo rendendo conto. L'anno scorso abbiamo toccato con mano cosa ha significato. Mi aspetto che venga coinvolto il territorio in questa discussione" - dice Manuela Sasso, sindaco di Molini di Triora.

Massimo Di Fazio, Triora

"Difficile dire se sia giusto o sbagliato. - commenta Massimo Di Fazio, sindaco di Triora - Una diga realizzata con un progetto moderno potrebbe avere una sua funzione. Bisogna capire prima di tutto come intendono realizzarla e soprattutto dove. Questo bacino che impatto avrebbe? Potrebbe creare un problema oppure no? Sono tutti interrogativi legittimi e rimango meravigliato che su un progetto così importante il territorio non sia stato minimamente coinvolto o informato preventivamente. La diga potrebbe essere anche una risorsa un po' come quella di Tenarda. Oggi è presto, aspettiamo di vedere e poi potremo giudicare serenamente". 

Stefano Michero

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