Calato il sipario su ‘Olioliva’, facciamo il punto, a bocce ferme con Giacomo Rinaldi, imprenditore oleario dell’azienda agricola ‘Raineri’ sulla kermesse dell’olio nuovo e sulla stagione olearia che si appresta ad entrare nella seconda fase del raccolto, quella caratterizzata da temperature più rigide che anticipano l’inverno.
“L’edizione di quest’anno - dice Rinaldi – ha attirato tanta gente, è stato bello il ritorno del padiglione fieristico a cielo aperto sul modello del salone del Gusto di Torino. Come azienda abbiamo preferito non essere presenti tra gli stand ma tenere aperti i nostri locali e qualcuno è arrivato anche da noi. Peccato che siamo incappati in una stagione sfortunata…”.
“La fioritura -prosegue il giovane imprenditore – era stata buona, ma come si dice, la gemma a legno, non è detto che dia il frutto e poi ha influito il clima. Piogge scarse prima, poi ha addirittura grandinato e c’è stato tanto vento. Meno rilevante l’incidenza della mosca, questo grazie alle alte temperature. Nonostante il prodotto sia scarso, comunque, come azienda ci impegniamo a selezionare olio di qualità per garantire al consumatore finale la qualità stessa sia per quanto riguarda l’italiano che il 100 per cento ligure”.
“Tornando alla rassegna -aggiunge Giacomo Rinaldi – un po’ di olio nuovo c’era, la qualità è andata a salire, ma un anno così non si ricorda. Tre stagioni fa c’era poco frutto ma qualcosa c’era”. Cosa si può fare per prevenire o ovviare a queste crisi. Dal punto di vista tecnico un trattamento può essere quello di irrobustire il picciolo dell’oliva, oppure fare colture con piante più ridimensionate, ma chi comanda è madre natura. L’irrigazione forzata abitua la pianta, poi, quando si incappa in una estate particolarmente secca senza la possibilità di irrigare la pianta patisce. È una soluzione che non mi ha mai convinto più di tanto. Si parla di trattamenti mirati ma se l’oliva non c’è, non c’è”. “A livello economico -aggiunge l’imprenditore oleario della valle Impero- annate come questa ad aziende come la nostra queste creano problemi, noi perseguendo una certa ideologia, ci troviamo a dover avvisare i buyer di interrompere le forniture, chi collabora con noi deve potersi fidare”. “Se vogliamo perseguire la politica della valorizzazione del nostro prodotto -conclude Giacomo Rinaldi- la strada passa da manifestazioni come ‘Olioliva, certamente ma anche per la tutela e la cura del territorio”.