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Economia | 20 maggio 2021, 17:59

Indagine Cna: un’impresa su tre a rischio default senza la proroga delle moratorie sui debiti

Oltre il 50% ha aumentato l’esposizione debitoria con le banche

Indagine Cna: un’impresa su tre a rischio default senza la proroga delle moratorie sui debiti

Senza una proroga della moratoria sui prestiti oltre un’impresa su tre non sarebbe in grado di rispettare gli impegni e quasi la metà avrebbe molte difficoltà: è quanto emerge da una indagine promossa dalla CNA su oltre 5mila imprese di cui l’87% con meno di 10 addetti, un campione che riflette in modo coerente anche il tessuto imprenditoriale del nostro territorio.

Il Decreto Cura Italia ed il successivo Decreto Liquidità, adottati nella primavera dello scorso anno, hanno introdotto una serie di strumenti volti a fornire un sostegno finanziario alle imprese, dalla cosiddetta moratoria di Stato al potenziamento delle garanzie pubbliche, per far fonte alle difficoltà generate dalla pandemia. CNA ha promosso dunque a livello nazionale una indagine tra le imprese associate, molto sentita anche nel nostro territorio, per analizzare l’efficacia delle misure adottate e l’impatto delle stesse, ma soprattutto per valutare l’esigenza di una proroga delle misure in scadenza al prossimo 30 giugno.

L’indagine della CNA rileva che il 54% delle imprese intervistate ha utilizzato la moratoria e che nel 78% dei casi è ancora in funzione: il 73% del campione giudica indispensabile una proroga. Dall’attivazione della garanzia pubblica, il 63% del campione ha ottenuto un nuovo finanziamento e oltre la metà afferma di averne bisogno nei prossimi mesi. Oltre l’80% considera utile la proroga della misura. Oltre il 50% delle imprese intervistate ha aumentato la propria esposizione debitoria con le banche: il 12% l’ha incrementata di oltre il 10% e quasi una su 5 oltre il 20% rispetto alla situazione precedente la pandemia. Misure per favorire la ristrutturazione dei debiti sono indispensabili per il 56% del campione.

«La proroga della moratoria e della garanzia pubblica sui nuovi finanziamenti rappresenta una misura imprescindibile per scongiurare l’esplosione di migliaia di casi di insolvenza», dichiara Michele Breccione, Presidente territoriale CNA Imperia. «Dall’indagine emergono indicazioni molto chiare: la mancata proroga degli strumenti messi in campo rischia di innescare una catena di fallimenti che il Decreto Cura Italia voleva scongiurare. Dall’indagine emerge che oltre il 70% degli intervistati accusa una contrazione del fatturato nei primi quattro mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2019 e per oltre il 45% del campione la flessione supera il 30%. Insomma siamo ancora molto lontani dalla “normalità” e non rinnovare i sostegni significherebbe vanificare lo sforzo realizzato per mantenere in vita il nostro patrimonio imprenditoriale», conclude Breccione.

Lo stesso sentore anche dalle parole del Segretario CNA Imperia, Luciano Vazzano, «Il prolungarsi della crisi sanitaria continua a incidere negativamente sulle attività del nostro territorio e allontana per molte di esse una vera ripresa. La cessazione della moratoria si rifletterebbe drasticamente sui flussi di cassa delle imprese, già fragili, a causa della ripresa dei rimborsi delle rate sui debiti. Unito a questo, un rapido ritorno degli schemi di garanzia alle condizioni previste prima della crisi potrebbe determinare una restrizione dell’offerta di prestiti bancari, attraverso la concessione di finanziamenti a condizioni con tassi di interesse più elevati ed un irrigidimento nell’accesso al credito. È opportuno, quindi, che la revisione delle misure avvenga in modo graduale: le imprese hanno bisogno di tempo per poter ripartire e dobbiamo scongiurare il pericolo che possano rivolgersi a fonti di finanziamento “irregolari” o che possano accettare offerte di acquisto delle proprie aziende ad un valore inferiore a quello di mercato».

«Le conseguenze economiche innescate dalla pandemia hanno determinato gravi ripercussioni sulle loro condizioni finanziarie, sul loro merito creditizio, sulla capacità di autofinanziarsi e di intraprendere investimenti nella fase successiva alla crisi, con impatti particolarmente evidenti nei comparti della ricettività e della ristorazione, dell’intrattenimento, del commercio al dettaglio. È indispensabile sostenerle attraverso un rapido supporto dei processi di ristrutturazione finanziaria, per evitare che perdano capacità produttiva e pianificare l’apporto necessario di liquidità per riattivare rapidamente la produttività. La CNA, come sempre, farà la propria parte, mettendo a disposizione la conoscenza delle imprese e dei loro bisogni ed il valido supporto di primari Istituti di credito, con i quali instaurare un dialogo costruttivo e privilegiato», conclude Vazzano.

E lo confermano i dati complessivi sul credito. Dall’ultima rilevazione del MEF le moratorie attive del sistema produttivo ammontano a un importo di 126 miliardi e l’erogazione di finanziamenti assistiti da garanzie pubbliche a 184 miliardi. Complessivamente, quindi, 310 miliardi di credito bancario alle imprese risulta oggi “coperto” dalle misure straordinarie, oltre il 40% dell’esposizione complessiva, che a fine marzo (dati Banca d’Italia) ammontava a 755 miliardi di euro.

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