A distanza di cinque mesi dalla tempesta ‘Alex’ che ha devastato le coste dell’estremo Ponente, le acque del Roya appaiono ancora torbide.
Già a dicembre si erano riscontrati problemi ai pozzi per quanto concerne l’aspirazione dell’acqua potabile dell’acquedotto italo-francese in località Porra e dove si trova il pozzo che serve Ventimiglia che lavora pescando l’acqua ad una profondità di 36 metri.
La falda è fangosa e gli ultimi sei metri ne sono colmi. Le pompe di aspirazione sono state sollevate di circa sette metri per garantire il trasporto di acqua pulita alle famiglie italiane e anche a quelle francesi poiché il pozzo conduce acqua fino a Nizza. Il Roya è classificato come uno dei fiumi più puliti della Liguria grazie alle sue acque cristalline. Come è noto, da Vievola, Tenda, San Dalmazzo, Breil e tutti i paesi della val Roya in territorio francese la strada è completamente interrotta e con lei la ferrovia. Il commissario francese delegato al ripristino della normalità e dunque della viabilità ha avviato circa una ventina di cantieri.
Lavori eseguiti a monte e che attivano un importante movimento terra, come afferma il sindaco Gaetano Scullino che si dice preoccupato per la situazione generata da un fiume che svolge il 65% del suo corso in territorio francese: “Il Roja nasce sul col di Tenda e il 65% del suo corso è in territorio francese, bisognerebbe che il governo italiano insieme a quello francese classificasse questo corso d’acqua come un fiume transfrontaliero. Non è giusto che tutti i costi delle varie piene e i vari danni, per la pulizia detriti, rifiuti, macchine, bombole, alberi, plastiche arrivino a Ventimiglia uscendo dalla foce del Roja che poi il mare restituisce. Abbiamo le spiagge completamente invase dai rifiuti di provenienza francese al 70%. Ogni anno la città si fa carico tra i 200 ai 300mila euro per la pulizia del tratto italiano del fiume e della pulizia delle spiagge”.
Il primo cittadino prosegue, sostenendo che il Comune svolgerà i lavori così come ha sempre fatto, ma che un aiuto finanziario scaturito da un accordo fra i due Stati sarebbe d’aiuto a Ventimiglia, sola ad affrontare la problematica: “Abbiamo rimosso 180 tonnellate di rifiuti e c’è ancora la legna. Tutti i rifiuti dell’alta montagna arrivano a Ventimiglia. Ancora oggi contiamo una trentina di carcasse di auto provenienti da Tenda, Breil, San Dalmazzo, Fontaine. Il mio è un grido di dolore, è impensabile che la città da sola si faccia carico di tutti i rifiuti che arrivano dall’intera val Roya. Solo il 30% è in territorio italiano. Mi farebbe piacere che ci fosse la consapevolezza che ormai sono anni e anni che Ventimiglia fa da arrivo di tutti i rifiuti della valle. Continueremo col nostro lavoro, bisognerebbe però che ci aiutassero finanziariamente”.