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Economia | 24 marzo 2020, 07:21

Emergenza Coronavirus e danni all'economia: il grido d'aiuto di due centri per la prima infanzia di Camporosso e Bordighera "Se proseguirà la chiusura che ne sarà di noi"

"Abbiamo consapevolezza che l’emergenza causata da questo virus abbia colpito tutti indistintamente, ma oggi ci sentiamo in diritto di chiedere un aiuto".

Emergenza Coronavirus e danni all'economia: il grido d'aiuto di due centri per la prima infanzia di Camporosso e Bordighera "Se proseguirà la chiusura che ne sarà di noi"

"Abbiamo consapevolezza che l’emergenza causata da questo virus abbia colpito tutti indistintamente, ma oggi ci sentiamo in diritto di chiedere un aiuto".

Provano grande incertezza, le ragazze alla guida del "Centro bambini & bambine Karibu di Camporosso e dell'Asilo nido Soffiodoro di Bordighera. Con una lettera queste ragazze, educatrici ma anche imprenditrici, hanno voluto porre l'attenzione sul loro settore e sulla crisi che stanno attraversando, a causa dei provvedimenti di contenimento e contrasto del contagio da Coronavirus. 

Stiamo parlando di due rinomate realtà nella riviera di ponente per quanto riguarda i servizi educativi per la prima infanzia, quindi per bimbi da 0 a 3 anni. Lo stop delle attività scolastiche di ogni ordine e grado, le limitazioni sugli assembramenti di persone e tutte le altre misure legate all'emergenza Covid-19, hanno messo a rischio questo tipo di attività. Tanto che queste ragazze oggi nutrono dubbi sul futuro delle loro imprese. 

"Il nostro lavoro è accudire, accompagnare verso nuove scoperte, instaurare rapporti di fiducia e dialogo con le famiglie. - sottolineano le rappresentanti delle due strutture educative - A quest’ultime dobbiamo tanto. Proprio loro negli anni ci hanno dato la possibilità di crescere, permettendoci di arricchire l’offerta dei servizi per la prima infanzia della nostra zona, sia quantitativamente sia qualitativamente".

"A partire dal 24 febbraio sino ad oggi (e chissà fino a quando) ci sentiamo sole ed abbandonate. Oggi dobbiamo chiedere aiuto a partire dai Comuni, Regione, Stato. Le nostre attività sono momentaneamente sospese, ma tutto il meccanismo che sostiene il funzionamento dei nostri servizi no. Ad esempio, gli affitti, le utenze o le spese assicurative".

"Di comune accordo tra servizi, abbiamo preso la decisione di non far pagare la retta del mese di aprile, ma ci chiediamo che cosa accadrà dopo. - denunciano - Se la chiusura  proseguirà non sapremo cosa ne sarà di noi. Vivremo nella paura di vedere andare in frantumi tutto quello che è stato costruito fino ad oggi, il nostro lavoro, fatto di passione, amore e professionalità, ma soprattutto quella piccola parte di mondo che appartiene ai nostri e vostri bambini. Non vogliamo che questo accada. Per questo lanciamo anche l'hashtag #dateciunamano". 

Stefano Michero

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