“Il Consiglio di Stato ha definitivamente e chiaramente sentenziato che il 26 febbraio del 2012 il Consiglio Comunale di Ventimiglia non doveva e non poteva essere sciolto in quanto non solo non vi erano le prove delle ipotetiche infiltrazioni o condizionamenti da parte della malavita, ma non esistevano neanche dei minimi indizi”.
Inizia con queste parole il lungo sfogo di Gaetano Scullino, Sindaco di Ventimiglia ai tempi dello scioglimento del Consiglio Comunale per presunte infiltrazioni malavitose nella vita politica e amministrativa.
Le sue parole, concetti che già erano stati espressi più volte negli anni, hanno però un fine che suona come un elemento di novità: una richiesta all'Amministrazione Ioculano.
Scrive ancora Scullino: “La Corte ha chiaramente rilevato che la nostra Amministrazione aveva lavorato bene, con correttezza, e solamente alla ricerca dell'interesse pubblico. Allora il Ministro cancellieri, si richiesta/segnalazione dell'allora Prefetto Spena, decretò lo scioglimento, nonostante mancassero solo due mesi alle nuove elezioni. Quella decisione per noi surreale e inaccettabile causò a tutti noi un profondo sconforto oltre alla perdita della credibilità politica/amministrativa e alla città di Ventimiglia un danno di immagine grandissimo e gravissimo. Oggi, dopo cinque anni, ci è stata resa definitivamente giustizia e la nostra comunità, a mio parere, merita un risarcimento importante per il danno subito”.
E poi la richiesta alla nuova Amministrazione: “Quindi a questa Amministrazione va l'onere di richiedere agli organi competenti il riconoscimento del danno economico e di immagine cagionato e la definitiva presa di coscienza che alcuni uomini dello Stato hanno provocato una enorme e grave ingiustizia a tutti noi”.
Una richiesta precisa e che basa le proprie fondamenta sulla sentenza che boccia lo scioglimento che nel 2012 fece parlare di Ventimiglia in tutta Italia. Ora la palla passa all’Amministrazione Ioculano.