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Al Direttore | 17 agosto 2014, 16:41

Le frazioni di Tenda nel nuovo racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

Le frazioni di Tenda nel nuovo racconto del nostro lettore Pierluigi Casalino

 

Con Tenda, nel 1947, passarono alla Francia i piccoli centri abitati del comune, il cui territorio comprendeva una tenuta di caccia di Vittorio Emanuele II e per tale ragione non ceduti a Parigi nel 1860, con un certo disappunto degli abitanti che dal Piemonte non avevano mai ricevuto troppo benefici.

Analogamente a Mentone a cui i Savoia non accordarono per la produzione dei limoni la clausola del paese più favorito, anche i tendaschi mostrarono spesso il loro malcontento nei confronti di Torino, successivamente scemato durante il periodo unitario. Quando nel 1947 Tenda e le sue frazioni vennero trasferite alla Francia, l'atteggiamento locale era già diverso, ma le ragioni di Stato prevalsero comunque a seguito del disgraziato conflitto del 1940. Un breve cenno di tali nuclei abitati non manca di suscitare interesse. Viévola, l'ultimo insediamento prima della salita verso il Colle di Tenda, è la località che ha finito per essere la più danneggiata dalla nuova frontiera italo-francese, almeno fino alla chiusura della dogana di Tenda a seguito della creazione dello spazio europeo, in quanto compressa tra due posti doganali, quello italiano e quello francese appunto situati a Tenda, che creava notevoli difficoltà ai residenti per raggiungere il capoluogo.

Nonostante la presenza anche di una piccola stazione ferroviaria, il borgo ha perso una parte rilevante dei suoi abitanti (anche la scuola, aperta nel 1891 durante la gestione italiana, è stata chiusa nel 1979, e oggi è quasi disabitato, anche se di recente le dinamiche turistiche e paradossalmente della congiuntura economica che comincia ad allungarsi in quella zona fanno pensare ad un'inversione di tendenza nel contesto delle iniziative promosse dalla Ligue française pour les auberges de la jeunesse, che interessano l'intera area delle Meraviglie e della Valmasca, della Fontanalba e della Vallaùria. Casterino, l'altra frazione di Tenda, posta nella magnifica conca omonima, a 1550 metri di altezza, costituisce un piccolo gioiello per il turimo montano, che vede appunto d'estate l'affluire, grazie ai suoi alberghetti e chalet sparsi sul suo territorio e disseminati tra i lariceti, e si pone come la porta privilegiata di accesso al Parco Nazionale del Mercantour.

Questa è inoltre zona d'alpeggio per il confluire da ogni dove di mandrie tradizionalmente provenienti dalla pianura piemontese con la quale i tendaschi conservano rapporti secolari. Infine si ricorda il nucleo di Granile, un modesto agglomerato oggi pressoché spopolato e raggiungibile dalla strada che sale da San Dalmazzo a Casterino.

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