La Liguria, dopo la sfuriata napoleonica, annessa con un tratto di firma al Regno di Savoia, perdeva con il suo millenario isolamento la sua libertà, a dire la verità ex Aurelia romana era diventata una mulattiera, già Napoleone la fece riadattare e dove era il caso tracciare in parte nuovi tratti per permettere di far transitare carrozze, carri e tutti i veicoli a ruote. I grandi condottieri hanno sempre sognato far percorrere strade larghe veloci e sicure alle proprie armare non solo è lui che obbligo a piantare ai lati delle strade i platani, pianta generosa di ombra di d’estate. Le sue truppe non voleva che soffrissero il caldo del solleone. L’illuminato Re Carlo Alberto fece tracciare e migliorare le strade per il collegamento con il Piemonte che di strada avevano solo il nome.
Genova repubblicana ma indomita, guardava dall’alto al basso i Savoia considerandoli montanari Savoiardi, quando poteva sfotteva i Savoia. Rimase memorabile lo sfottò al re Re quando venne in visita di stato ad Genova, I nobili genovesi invitati dal Re inviarono al ballo del Gran Galà i mariti in copia delle cuoche, dame di compagnia ecc… abbigliate con i vestiti suntuosi delle padrone e facendogli indossare preziosissimi gioielli che paragonati a quelli che indossava la Regina erano poca cosa. In questo clima Genova era un polveriera, dove ogni tanto si doveva usare i cannoni per spezzare questi atti di ribellione. Mentre i nobili combattevano a modo loro, istituirono l’Associazione di Storia Patria, che con ricerche d’archivio faceva conoscere glorie di Genova, mentre i figli della piccola borghesia iniziò a contestare è in questo periodo che Mazzini istituì La Giovane Italia, associazione segreta a cui aderirono moltitudine di giovani, che usando tutti i mezzi più o meni leciti dalla stampa allo stiletto per una Italia Repubblicana.
Tra questi i fratelli Giovanni e Antonio Ruffini di Taggia insieme a Scorazzi di Riva Ligure e Giuseppe Garibaldi di Nizza, dedicarono tutta le loro energia per raggiungere l’ideale, incarcerato Giovanni Ruffini si tolse la vita nel carcere di Savona, furono braccati e costretti tutti all’esilio. Stabilitasi a Londra, dopo l’ennesimo moto rivoluzionario fallito (quello in Savoia 1836), nel 1837 si recarono a Londra, la fame e la povertà fece si che Mazzini si impegnò persino il paltò al Monte di Pietà.Con l’aiuto della mamma Eleonora misero su un rivendita di olio, moscatello e ficchi secchi, ma dovettero chiudere baracca. Mazzini decise di darsi all’insegnamento e Ruffini a scrivere romanzi: il primo romanzo in lingua inglese fu “Lorenzo Benoni” che accostato alle “Mie Prigioni” del Pellico, “All’Assedio di Firenze” del Guerazzi e a “Nicolò dei Lapi “ dell’Azzeglio fu quasi d’obbligo. Seguì il secondo “Il Dottor Antonio” fu uno di quei libri che contribuirono al Risorgimento Italiano più di tante azioni rivoluzionarie. Dal punto di vista letterario, il pubblico inglese “Il Dottor Antonio” decretò l’opera migliore del Ruffini: in essa si trovano tutti gli ingredienti classici del romanzo storico, in più le descrizioni m del paesaggio della Riviera Ligure spingeranno gli inglesi a considerarla come un suggestivo e incontaminato angolo di paradiso.
In verità come prologo al turismo fu dovuto ad una epidemia di colera del 1834, gli inglesi provenienti dalle Indie si dovettero fermare in quel di Nizza per motivi di quarantena e visto che il clima era meraviglioso, iniziarono a frequentare e a stabilirsi preferendola alla nebbiosa Londra. Con l’incidente della carrozza, il Ruffini attira l’interesse dei lettori inglesi. E’ un autentico depliant turistico. A fine secolo la colonia stabile inglese raggiungeva 3.000 persone, con hotels, e ritrovi escussivi: inaugurano il primo campo da tennis in Italia, di golf, di cricket e oltre la chiesa la farmacia, la banca e un bel giornale il “The Bordighera News”… e tante passeggiate a dorsi di cavallo e d’asino per i paesi del circondario da Latte a Seborga sino a Monte Bignone e il romantico ponte e della Madonna degli Angeli di Badalucco luogo di incontro delle amazzoni inglesi.
Come dicevamo la descrizione il romanzo inizia con la seguente descrizione: “ In un bel dopo pranzo tutto di sole in sui primi d’aprile del 1840. un’elegante carrozza da viaggio, tirata da quattro cavalli da posta, percorreva a gran trotto la strada che da Genova, per la riviera di Ponente, mette a Nizza.Lo scrittore fa una bellissima e intrigante descrizione dei panorami, della flora, un susseguirsi di ”boschetti di aranci, limoni e ulivi” descrivendo arbusti tipici mediterranei : “ Fra macchie di tamerici, di agavi , di oleandri “ e la descrizione dei fiori che in aprile sbocciano: alberi fruttiferi in tal piena fioritura da apparire mazzi di fiori, campagne intere tutte gialle di asfodeli, violacee di anemoni, bianche di ornitogali dal lungo stelo, rupi grigiastre di cui ogni greppaccio era munito di smisurati agavi dalle foglie lanceolate, si susseguivano”
Invoglia il lettore a visitare questo paradiso terreste. Descrive la carrozza recanti le insegne del Lord John Davenne, con la figlia miss Lucy Davenne aveva a seguito la cameriera miss Hutchins e il maggiordomo. L’entrata in Sanremo all’incrocio di Porta Palazzo, ivi era la Posta vi erano già pronti :” quattro cavalli d freschi erano già stati attaccati alla carrozza, ma al dir del mastro di posta, la lunghezza del nuovo tratto di postale da percorrere e la ripidezza della strada richievava un cavallo in più . questo quinto cavallo che doveva stare alla volata. manifestò la più assoluta ripugnanza… scappo … fu nuovamente acchiappato.
Fu quello questo cavallo che provocò l’incidente alla Baja di Bagnabraghe. Il Ruffini abile cesellatore descrive un sorpasso del calesse del Dott. Antonio: :” finito di allentare le corregge e di accorciare le tirelle, non andò molto che il carrozzone inglese oltrepasso il democratico calessino” ecco l’incidente: “ anzi talvolta rimane affatto inattivo, per modo che il bilancino per quale la bestia era attaccata al timone, incominciava di nuovo a battere contro le sue parti posteriori. Un calcio o due avvisò l’accostarsi del pericolo a battere contro le sue parti posteriori”. I cinque cavalli scappano di mano, fanno assumono sempre più velocità alla carrozza in discesa e : “ Una ruota posteriore montò sopra un sasso , la carrozza diede un balzo come se fosse volesse spiccare un volo, oscillò un momento sul ciglio della strada , poi con cavalli e tutto.
Il Ruffini come vedete è un gran conoscitore del cavalli e carrozze e iniziando un romanzo facendo intrattenere il respiro al lettore e inondandolo con vedute, panorami dove ora la flora mediterranea lasciava posto a boschetti di aranci, di limoni, di ulivi, l’ex cospiratore abile all’uso sia del rosario e che dello stiletto, in modo tutto pacifico e incruento scrisse un libro che contributi al Risorgimento Italiano più di tante battaglie e vili attentati, Questo modo di portare avanti le proprie è il sistemo più democratico che vale ai giorni nostri.














