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Eventi | 24 aprile 2019, 19:27

Imperia: alla fotografa Giulia Quaranta Provenzano il premio “Sgarbi”, la consegna alla Pro Biennale di Venezia 2019

Durante il vernissage alla Scuola Grande di San Teodoro e a Spoleto Pavilion saranno inoltre presentate le fotografie d’arte su tela di Giulia dal titolo “Ospite”, “Dì di sole”, “Memoria del giorno” e “Tra luci e contrasti”

Imperia: alla fotografa Giulia Quaranta Provenzano il premio “Sgarbi”, la consegna alla Pro Biennale di Venezia 2019

Domenica 5 maggio la 29enne imperiese Giulia Quaranta Provenzano riceverà, durante l’inaugurazione della Pro Biennale di Venezia 2019, il prestigioso premio “Sgarbi” direttamente dal celeberrimo prof. Vittorio. Durante il vernissage alla Scuola Grande di San Teodoro e a Spoleto Pavilion saranno inoltre presentate le fotografie d’arte su tela di Giulia dal titolo “Ospite”, “Dì di sole”, “Memoria del giorno” e “Tra luci e contrasti”.

Non mancherà un parterre di grandi ospiti quali Silvia Casarin Rizzolo, Silvana Giacobini, Antonietta Di Vizia, Maria Rita Parsi, Katia Ricciarelli, Mons. Giovanni Mapelli, José Dalì, Alberto D’Atanasio, Roberto Villa, Gianni Quaranta, Carlo Motta,  Patrick Ray Pugliese e il presidente di Spoleto Arte Salvo Nugnes.

Sono davvero felice dell’onorificenza che mi sarà presto conferita: il Premio Sgarbi è molto significativo per qualsiasi artista, ma per una donna soprattutto. Una donna questo titolo di lode internazionale ottenuto deve sottolinearlo veramente spesso e farne con orgoglio sfoggio, non per presunzione e tracotanza bensì per riuscire (con documenti alla mano e argomentazioni inconfutabili) ad essere rispettata di più di quanto attualmente non avvenga” commenta Quaranta Provenzano.

E aggiunge “Oggi infatti l’Italia ha una media occupazionale bassissima, tra le più basse d’Europa e dal punto di vista del salario e delle posizioni ricoperte vi è un divario vergognosamente abissale fra i sessi. Nella dirigenza a livello economico, nell’Arte e nel mondo della Cultura e dello spettacolo poi la situazione è ancora di tanto peggiore, a sfavore delle femmine perché questi appena nominati sono ambiti tradizionalmente maschili – basti sapere che solo il 20% delle donne è nei consigli amministrativi del settore finanziario a livello globale e che a mala pena il 2% riveste ruoli dir igenziali. Non può inoltre e tuttavia passare per me inosservato il fatto che comunque ad attribuire titoli di pregio siano, di nuovo, gli uomini: di Critici e presidenti in gonna non se ne ricordano, no? E ciò è per chi sta parlando inaccettabile”.  

Prosegue Giulia Quaranta Provenzano: “A Venezia avrei potuto esporre alcune altre mie opere, del tipo di quelle di “L’Arte delle Donne” (cfr. la vernice dell’8 marzo alla Milano Art Gallery), scatti che raccontassero della condizione subalterna di troppe ragazze e signore mature che bruti ‘considerano degne’ soltanto come oggetto d’appagamento sessuale, guardiane del focolare domestico: è qualcosa che mi fa ribollire il sangue! Personalmente il mio corpo lo ritengo mio e basta, fruibile come io meglio ritengo e per alcun motivo al servizio dei capricci altri eccetto i miei - e tanto meno la mia mente deve essere sfruttata da terzi, tappetino per pulire i grassi piedi di uomini dalla bocca bavosamente lussuriosa, dalla mente ristretta e dalla lingua non collegata al cervello per cui incapace di articolare pensieri meritevoli di codesto appellativo e non mi si venga a dire che non si può riportare almeno un esempio di uomo che ha rubato un’idea vincente alla collega, alla dipendente e immeritatamente spacciata per propria”.

Ma è mai possibile che nel 2019 si debba lavorare con posteriori e balconate tutte in mostra, non labbra gonfie a culo di gallina e chi più ne ha e più ne metta poiché questo è (l’unico modo d’) essere ‘Donne di successo’? – aggiunge la fotografa – l’immagine è divenuta una professione, la sola professione che permetta un certo elevato tenore di vita e pur modesto (commesse avvenenti, segretarie piacenti etc.). Quale fotografa forse dovrei essere entusiasta di questa tirannia ostentativa, di tal ossessivo bisogno d’apparire per sentirsi valevoli, di codesta insana necessità di riconoscimento e conferma altrui che le immagini attualmente sono in grado di veicolare quale più veloce mezzo di diffusione, virale, però non è così per la sottoscritta. Io sino ad ora ho presentato solamente una Fotografia d’arte raffigurante una mia compaesana e ciò per trattare il tema dei disturbi della memoria, non per altro”.

Quale artista dunque il mio è prima di tutto un impegno sociale – conclude – che sia a favore delle donne non dignitosamente ‘arruolabili’ esclusivamente quali madri e mogli (sovente cornificate – ed è ugualmente uno scandalo che siano proprio altre signorine a non aver riguardo del sesso al quale tutte appartengono), o che sia inerente a tematiche ambientali come nel caso della Pro Biennale”.

Comunicato stampa

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