Una poesia per l'Agnesi in occasione della festa del papà. L'ha scritta Leonardo Fasciana, 16, studente del liceo Classico di Imperia e figlio di un dipendente del pastificio a rischio chiusura entro il 2016.
"Questa - scrive il giovane - non si limita ad essere una semplice poesia dedicata ad un padre, c’è ben molto di più. La stragrande maggioranza dei lavoratori Agnesi sono padri, e questa è indirizzata non solo al mio di padre, ma anche a tutti loro; vorrei che questa desse loro la forza per tenere duro, per lottare, per continuare ad andare avanti con un tifo a forma di versi e strofe".
AGNESI CERERE
Futurista,
scendi dal piedistallo:
non sai davvero nulla della pasta,
velocità, guerra, elettricità e metallo.
La pasta è fierezza.
La pasta è orgoglio.
La pasta è squisitezza.
La pasta è germoglio.
La pasta è pace.
La pasta è loquace.
Togliere la forchetta
è come strappare il palato all'italiano,
l'italiano all'italiano,
la provocazione più maledetta;
l'italico non lo scinderai mai
dal suo vino o dal suo grano,
mai,
piuttosto ti insulteranno.
Anzi, il potere del meccanismo,
l'ingranaggio che ostenti tanto
ha spalancato dell'agricoltura il cosmo,
raffinando il grano sacro santo;
Ora Mercurio lo scarica dall'autotreno
nei silos del tempio di Cerere,
Ora dimmi se hai coraggio di tirare il freno
ad una cosa del genere;
Ora Porturno ospita il veliero
tra queste storiche braccia,
e che di pace e gamberi sulla focaccia
si sazi la polena che incontrò i remoti Scizi, fiera.
Fiera non getterà mai l'àncora,
ma ridenti messi da terre lontane
offrirà a Cerere in corone e collane
di bionde spighe; ancora.
Anzi, sali con me sul pennone robusto
e soffiamo venti imponenti,
perché la Scizia assaggi il gusto
di pasta e pesto succolenti.
Sulla rotta del ritorno mesceremo
farina di ceci, olio e cipollotto;
a volontà svisceremo acciughe ghiotte
e alla grande macina d'Italia brinderemo!