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Al Direttore | 16 ottobre 2012, 17:37

Decisioni di questa mattina sull'acqua pubblica: il pensiero di Robert Von Hackwitz

Decisioni di questa mattina sull'acqua pubblica: il pensiero di Robert Von Hackwitz

Un nostro lettore, Robert Von Hackwitz, ci ha scritto in relazione alle decisioni prese stamani sull’acqua pubblica:

“Questa mattina i 67 Sindaci della Provincia, riuniti nell'assemblea dell'AATO idrico, hanno preso per la seconda volta in pochi mesi una decisione che onora il mandato loro affidato dagli elettori della Provincia di Imperia. La prima decisione fu quella del 28 giugno 2012 (riconfermata il 19 luglio 2012) di eliminare dal piano d'ambito la cosiddetta ‘adeguata remunerazione del capitale investito’: in sostanza il guadagno garantito per i gestori privati. Quella decisione rispettava il mandato di 88.416 elettori che votarono SI al secondo quesito referendario il 12 e 13 giungo 2011. Questa mattina i Sindaci hanno deciso di rispettare anche la volontà di 87.594 cittadini della provincia che votarono SI al primo quesito referendario: fuori i privati dalla gestione dei servizi pubblici locali, in primis il servizio idrico. Con queste due decisioni dalla provincia di Imperia arriva un segnale a tutta l'Italia: si può fare e si deve fare. In questo momento migliaia di attivisti del popolo dell'acqua di tutta Italia stanno apprendendo la notizia che giunge dal nostro remoto Nord-Ovest, inviano le loro congratulazioni e comunicano che quanto avvenuto nella nostra provincia li rincuora e fornisce loro una nuova dose di energia per continuare la lotta nei rispettivi territori. Ma alcune cose devono essere chiare e limpide per tutte/i noi. In primo luogo: non siamo ancora arrivati al risultato finale che renderà finalmente la gestione dell'acqua libera dall'economia di mercato. Occorrerà vigilare affinchè le decisioni prese dall'AATO siano rispettate e dovremo vigilare tutte/i insieme: i custodi del risultato referendario non siamo noi attivisti del movimento per l'acqua. I custodi del risultato referendario non sono neanche i più di 80.000 elettori che hanno votato SI. I custodi del risultato referendario sono tutte le cittadine e i cittadini che hanno espresso la loro opinione, anche quelli che hanno votato NO. Perchè è interesse di tutte/i che la volontà popolare sia rispettata. In secondo luogo: se vogliamo un reale cambiamento della società nella quale viviamo non possiamo sempre delegare. Neanche ai cosiddetti ‘movimenti’. Ciascuno di noi deve fare la sua grande o piccola parte: perchè in questo momento storico si può vincere solo senza deleghe. In terzo e ultimo luogo: che quanto sta avvenendo con l'acqua sia di ammonimento per chi si candida ad amministrare Comuni, Province, Regioni, la Nazione. Come ha anche sancito nuovamente e recentemente la Corte Costituzionale con la Sentenza 199/2012 la volontà dei cittadini espressa attraverso il referendum deve essere rispettata. La Suprema Corte è infatti dovuta intervenire e censurare l'operato del Parlamento, dell'ultimo Governo Berlusconi e dell'attuale Governo Monti in merito al mancato rispetto della volontà referendaria. Nella Sentenza di abrogazione delle nuove norme emanate in materia di servizi pubblici locali la Corte ha evidenziato (ovviamente con linguaggio giuridico ed in maniera elegante) come, tra le altre cose, i suddetti governi ed il Parlamento non si siano neanche preoccupati di cambiare il testo delle norme che erano state abrogate con il referendum, ma abbiano fatto il cosiddetto ‘copia e incolla’, riproponendole identiche nonostante il voto di quasi 27.000.000 di italiani. Alle mie concittadine ed ai miei concittadini, quindi, concludo rivolgendo un appello: siamo tutte/i custodi del referendum, continuiamo a vigilare e ad essere cittadine/i attive/i. Si scrive Acqua, si legge Democrazia”.

Carlo Alessi

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