Recita il libro santo dei musulmani “O voi che credete, vi è prescritto il digiuno* come era stato prescritto a coloro che vi hanno preceduto. Forse diverrete timorati; [digiunerete] per un determinato numero di giorni. Chi però è malato o è in viaggio, digiuni in seguito altrettanti giorni. Ma per coloro che [a stento] potrebbero sopportarlo, c'è un'espiazione: il nutrimento di un povero. E se qualcuno dà di più, è un bene per lui. Ma è meglio per voi digiunare, se lo sapeste!”
In questo versetto c’è il precetto e lo spirito con il quale dev’essere assolto, le condizioni e le esclusioni possibili. Il mese sacro, il nono del calendario lunare che retrograda rispetto a quello solare di 11 giorni (o dodici giorni all’anno) è iniziato al tramonto di domenica 31 luglio e finirà tra 29 o 30 giorni il 29 o il 30 agosto .(sempre in base all’avvistamento della luna del mese successivo)
In questo periodo i musulmani che sono in grado di farlo, sono religiosamente tenuti ad astenersi dal cibo, da ogni bevanda e dai rapporti sessuali dalla prima luce dell’alba (dalle nostre parti qualche minuto dopo le quattro all’inizio del periodo) fino al tramonto del sole, verso le 20,50. Andando verso l’inverno la giornata si accorcia e alla fine del periodo il digiuno sarà durato oltre un’ora e mezza in meno.
Contrariamente a quanto sostiene la diceria orientalista poco seria, la notte non è fatta per bagordi liberatori e compensativi ma per veglie di preghiere e meditazione. Poi, un’ora prima dell’ora d’inizio la famiglia musulmana fa il sahur l’ultima colazione, e si prepara alla giornata di digiuno. Digiunano i puberi, sani di mente e di corpo, maschi e femmine e fino alla vecchiaia quando il precetto non è più vincolante. Non digiunano quindi i bambini, i malati, le donne incinte o che allattando temano per la loro salute o quella del nascituro o lattante.
Possono non digiunare i viaggiatori, i soldati in guerra e, in generale tutti coloro che non si sentano in grado di farlo. In tal caso avranno un anno di tempo, prima del Ramadan successivo per recuperare i giorni non assolti o, non potendo comunque farlo dovranno versare un’elemosina ben precisata nella forma e nella quantità.
Com’è evidente da questa sommaria giurisprudenza del precetto si tratta di qualcosa di vincolante ma legato alle condizioni del credente, il quale non ha nessun permesso da chiedere se non si sente in grado di digiunare, per qualsiasi, seria, ragione di forza maggiore, anzi, chi volesse digiunare senza averne la forza e la condizione incorre in un peccato perché il Profeta Muhammad ebbe a dire saggiamente “Il digiuno è per l’uomo e non l’uomo per il digiuno” (stigmatizzando il caso di un musulmano che pur di non interrompere era stato molto male).
Il bello dell’Islam è che ogni musulmano si rapporta direttamente con il suo Signore e pensare d’ingannarLo è pretesa risibile.