“Questo sistema non ci va bene, esigiamo scuole sicure e mezzi di trasporto pubblico adeguati”. Questa mattina, gli studenti imperiesi sono scesi in piazza per protestare contro politiche locali e nazionali insufficienti a garantire un’istruzione dignitosa e accessibile.

A guidare il corteo che ha attraversato la città, da piazza Ulisse Calvi a piazza della Vittoria, una riproduzione di un pullman della Riviera Trasporti. Un simbolo che racconta una delle difficoltà quotidiane più sentite dagli studenti pendolari: “Ci troviamo ad affrontare ore di viaggio con mezzi che arrivano in ritardo, causando ritardi non giustificati -dichiara Andrea Lanfranco, referente del Comitato studentesco Spiraglio Imperiese -. Molte corse saltano e chi vive nell’entroterra resta ad aspettare pullman che non arrivano. I mezzi sono degradati, senza riscaldamento, a volte addirittura con infiltrazioni d’acqua, sporchi e teatro di episodi di degrado, con gente ubriaca e risse”.
Di fronte alle carenze del trasporto pubblico, gli studenti chiedono a presidi e vicepresidi delle scuole superiori della provincia di aumentare i tempi di tolleranza per l’ingresso in ritardo e per le uscite anticipate, oltre a una maggiore elasticità nella concessione dei permessi. Una misura che, spiegano, renderebbe più sostenibile la vita scolastica di chi dipende da autobus e treni: “I ritardi, le corse saltate e gli orari non adeguati non tengono minimamente conto delle esigenze degli studenti”.
“Esigiamo scuole sicure, con edifici adeguati, strutture moderne e in sicurezza, in cui non vengano a mancare necessità di base come acqua corrente e riscaldamento”, prosegue Lanfranco. Tra le criticità segnalate anche il costo sempre più elevato della scuola: “Studiare non è più per tutti, ma è un privilegio. Per una famiglia la spesa media per mandare un figlio a scuola è di oltre 700 euro. L’istruzione deve essere accessibile a tutti anche dal punto di vista economico”.
Le richieste avanzate dal movimento studentesco includono l’introduzione di percorsi strutturati di educazione sessuale, affettiva e al consenso, insieme al riconoscimento delle carriere alias nelle scuole. Al centro della protesta anche la riforma dei percorsi di Formazione Scuola-Lavoro (FSL – ex PCTO). “Chiediamo programmi retribuiti e sicuri per tutti gli studenti – conclude Lanfranco –. Questi strumenti erano nati come formazione, ma sono diventati lavoro non pagato”.














