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Al Direttore | 28 marzo 2020, 15:23

Annullate le liturgie della Settimana Santa, un lettrice scrive al Papa e ai Vescovi

Isabella Podda, residente per anni a Sanremo, vuol condividere alcune considerazioni sull'attuale situazione delle chiese a causa dell'emergenza sanitaria

Papa Francesco

Papa Francesco

"Santità,
Eminenze,
Eccellenze,

é con amarezza che apprendo, in questi ultimi giorni a mezzo stampa, che quest’anno saremo, purtroppo, presumibilmente privati della partecipazione attiva alle Liturgie della Settimana Santa a motivo dell’epidemia di coronavirus in molti Paesi del Mondo.

Malgrado tutta la stima ed il profondo rispetto che Vi porto, non posso che essere del tutto in disaccordo con questa decisione, che a mia conoscenza non ha precedenti nella Storia recente della Chiesa Cattolica Romana.

Come i Martiri di Abitina, che la tradizione della Chiesa ci ha fatto commemorare il 12 febbraio scorso, di fronte a questa circostanza non posso che ripetere: sine Dominico non possumus! Sine Dominico non possumus: senza il Signore e il giorno che a Lui appartiene non si realizza una vita riuscita, ci ricordava il 9 settembre 2007, a Vienna, il Sommo Pontefice Benedetto XVI, al quale oggi, nell’imminenza della Santa Pasqua e del Suo Genetliaco il 16 aprile prossimo, vanno il nostro pensiero e la nostra riconoscenza per il Suo luminoso Ministero e per la sua preghiera incessante per la Chiesa ed il Mondo; per questo, non riesco a capire la ratio di questa scelta sorprendente di sospendere le Celebrazioni in presenza del Popolo, scelta che come ho detto non ha precedenti, se non nelle ore più buie dell’Umanità.

Penso, infatti, che visto che in alcuni Paesi, come la Francia, i Luoghi di Culto possono rimanere, nonostante tutto, aperti per la preghiera personale, sarebbe ugualmente stato possibile, con tutte le precauzioni igienico-sanitarie prescritte, consentire al Popolo, almeno in piccoli gruppi, di partecipare personalmente alle Liturgie della Settimana Santa.

Naturalmente, é vero che l’incontro con il Signore si fa sopratutto nella sfera interiore, nel profondo dei nostri cuori, ma l’incontro domenicale con Lui durante la Liturgia é, anch’esso, essenziale per la nostra vita spirituale, e non puó essere sostituito, ancor più in Settimana Santa, dalla partecipazione «a distanza» ai Sacri Riti grazie alle nuove tecnologie.

A questo proposito, nel 2007 a Vienna il Santo Padre Benedetto XVI diceva ancora che l’incontro col Signore si iscrive nel tempo attraverso un giorno preciso. E in questo modo si iscrive nella nostra esistenza concreta, corporea e comunitaria, che è temporalità. Dà al nostro tempo, e quindi alla nostra vita nel suo insieme, un centro, un ordine interiore. Per quei cristiani [i martiri di Abitina] la Celebrazione eucaristica domenicale non era un precetto, ma una necessità interiore. Senza Colui che sostiene la nostra vita, la vita stessa è vuota. Lasciar via o tradire questo centro toglierebbe alla vita stessa il suo fondamento, la sua dignità interiore e la sua bellezza.

Il Mondo vive un momento di profonda difficoltà, non soltanto per questo nuovo virus ma anche per le guerre e le crisi sociali che lo attraversano, dunque é essenziale per i Fedeli di poter partecipare, non soltanto interiormente ma anche fisicamente, alla Santa Eucaristia ed ai Riti della Settimana Santa: come avvenne durante le epidemie mortifere precedenti, come la spagnola nel 1918 e molte altre, questo rappresenterebbe una incredibile consolazione e sarebbe fonte di forza e di speranza per noi tutti, che abbiamo fiducia nel fatto che il Signore ascolterà le nostre suppliche e metterà fine al propagarsi di questa malattia ed a tutte le sofferenze del Mondo, talune delle quali Sua Santità il Papa Francesco ha richiamato nella Sua Allocuzione di ieri sera.

Quindi, Vi invito a riconsiderare le Vostre decisioni in termini di divieto, per il Popolo, di partecipare alle Liturgie della Settimana Santa, prendendo tutte le precauzioni suggerite dai Medici e ricordando all’Autorità politica, che in questo periodo priva con facilità i Popoli della maggior parte delle sue libertà personali e costituzionali a motivo di questa epidemia, che in molti Paesi, tra cui la Francia, esistono delle Leggi che sanciscono la piena autonomia della Chiesa rispetto alla politica, e che dunque le decisioni relative alle Assemblee liturgiche ed alle Chiese particolari appartengono alle Autorità religiose piuttosto che a quelle politiche, a prescindere dagli eventuali «stati di emergenza» più o meno giustificati.

Durante l’Angelus domenica scorsa, Sua Santità il Papa Francesco ha ricordato ai Ministri di Dio che non bisogna essere Don Abbondio: per riprendere anch’io i personaggi dei Promessi Sposi del Manzoni, Vi invito a non cedere, come Don Abbondio, alle imposizioni che vengono dall’esterno, e ad essere coraggiosi ed audaci come fra’ Cristoforo, che nello stesso romanzo osó affrontare, senza timori, il «potente» Don Rodrigo.

Ve lo ripeto ancora: consentiteci di partecipare personalmente, con tutte le precauzioni igieniche suggerite dai Medici e con gli adattamenti necessari come ho già detto, ai Riti della Settimana Santa, perché nella Domenica si tratta in profondità dell’incontro, nella Parola e nel Sacramento, con il Cristo risorto, il raggio di tale giorno abbraccia la realtà intera. [Sua Santità Benedetto XVI, Omelia del 9 settembre 2007, cit.]

Vi ringrazio della Vostra attenzione, Santo Padre, Eminenze, Eccellenze, e con i segni di tutta la mia stima e del mio profondo rispetto Vi prego di accettare la mia deferente considerazione, restando naturalmente a Vostra disposizione se necessario.

Le Puy-en-Velay, Francia, sabato 28 marzo 2020, sabato della IV settimana di Quaresima.

Isabella Podda".

Redazione

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