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Eventi | 03 agosto 2017, 14:50

Dolcedo. domenica prossima, Cerimonia di premiazione del Concorso di 'Poesia dialettale Bellissimi versi 2017'

Una giuria popolare ha dato il suo responso nella serata di mercoledì 2 agosto, durante la quale sono state lette tutte le poesie partecipanti al premio

Dolcedo. domenica prossima, Cerimonia di premiazione del Concorso di 'Poesia dialettale Bellissimi versi 2017'

Domenica 6 agosto nella piazzetta della Chiesa di Bellissimi si volgerà la Cerimonia di premiazione dell’ottava edizione del concorso di poesia dialettale 'Bellissimi versi' aperto a tutti i dialetti liguri.

"Una giuria popolare - si spiega nel comunicato - ha dato il suo responso nella serata di mercoledì 2 agosto, durante la quale sono state lette tutte le poesie partecipanti al premio: sicuramente una giuria molto eclettica che ha saputo però apprezzare i 26 componimenti, il cui tema era 'E nosce feste' ossia tutti i momenti di festa, sia in piazza che nelle case, con gli amici o la famiglia. La giuria di esperti, che si riunirà invece venerdì 4 agosto farà le sue valutazioni in modo più tecnico, per decidere la terna vincitrice del premio 2017. In questo periodo di grandi cambiamenti è importante salvaguardare la cultura e le tradizioni, non perché sia da evitare il contatto con altre realtà, il cui confronto porta sempre arricchimento, o negare l’evoluzione nella comunicazione, ma perché ogni abitante del pianeta deve conservare la sua unicità e le sue radici, in contrasto con il dilagante appiattimento mondiale. Il dialetto fa parte di questa ricchezza che si va perdendo, giorno per giorno, attraverso un linguaggio che si avvale di troppi termini anglosassoni e si sta impoverendo di tante parole che riguardavano momenti di vita e di lavoro che oggi non esistono più.

Quindi viene spontaneo chiedersi che senso può avere scrivere in dialetto, comporre poesie in dialetto? Intanto scrivere in versi fa bene al cuore, allo spirito, perché è un momento artistico. Scrivere in dialetto, poi, avvicina l’autore alle sue radici, alla sua cultura più elementare, che pare così lontana, ma solo 50 anni fa tutti parlavano in dialetto e l’italiano era quasi riservato ai dotti ed a coloro che potevano concedersi il lusso di studiare. Forse parrebbe un ritorno al passato, un momento di malinconia, che pervade spesso le poesie e ispira i poeti, ma al di là di questo c’è il voler riaffermare quello che siamo stati per tanti anni e vorremmo di nuovo essere delle persone che hanno delle certezze, delle aspirazioni, dei principi e un profondo legame con questa terra della quale gli abitanti avevano rispetto e dalla quale traevano sostentamento e vita".

C.S.

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