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Economia | 26 aprile 2018, 14:34

Apertura di un conto corrente: dissipiamo i dubbi più comuni in questo ambito

Meglio un conto tradizionale o un conto deposito?

Apertura di un conto corrente: dissipiamo i dubbi più comuni in questo ambito

Al momento dell'apertura di un conto corrente sono tanti i dubbi che attanagliano il consumatore. Infatti non tutti sono informati sulle diverse tipologie di conto e non tutti sono perfettamente consapevoli di alcune regole che riguardano questo ambito. È per questo motivo che oggi cercheremo di sciogliere alcuni noti di questo settore.

Meglio un conto tradizionale o un conto deposito?

Sono in tanti i correntisti che si chiedono: quale differenza sussiste fra un conto corrente tradizionale e un conto deposito? Il vero elemento distintivo sta nei tassi di rendimento e di riflesso nelle opportunità di investimento della propria liquidità. Il conto corrente standard prevede una percentuale attiva ai minimi, che viene attivato esclusivamente per gestire le proprie finanze: consente bonifici, pagamenti, prelievi, accrediti, addebiti e via discorrendo. Il conto deposito è invece un vero e proprio strumento di investimento perfetto per accumulare i risparmi, che si appoggia ad un conto tradizionale: vi è la possibilità di bloccare una parte o l’intero conto, investendo capitale su fondi a basso rischio e ad alto rendimento.

Conto tradizionale o un conto online: quale conviene

Sono tante le domande che animano i pensieri dei correntisti italiani: fra queste troviamo anche alcuni dubbi in merito alla scelta della tipologia del conto. È meglio optare per i conti correnti tradizionali, oppure affidarsi alle novità dei conti online? La seconda opzione è la più conveniente, non solo in termini di comodità ma anche di risparmio. Un esempio di ciò sono le soluzioni proposte da chebanca un istituto che permette di aprire un conto corrente gratuito: in pratica, questo significa che le spese di gestione del conto sono ridotte al minimo. Come mai i conti di questo tipo possono permettersi queste spese ridotte per il correntista? Perché gli istituti sono i primi a risparmiare sui costi del conto, dato che non affrontano le spese legate agli sportelli.

Saldo contabile e saldo disponibile: qual è la differenza?

Molto spesso i correntisti valutano in modo errato voci come il saldo contabile e il saldo disponibile: ecco perché è bene chiarire quale differenza intercorre fra i due. Cominciamo dal saldo contabile: si tratta del risultato della somma algebrica fra le voci di entrata e le voci di uscita del conto. Il suddetto viene sempre inquadrato in una certa data, e non corrisponde necessariamente alla disponibilità di capitale. Al contrario, il saldo disponibile è la somma sulla quale possiamo effettivamente contare.

Quali sono i limiti di prelievo?

Uno dei dubbi da sempre più vivi, in relazione ad un conto corrente, riguarda i limiti di prelievo: dal 2018 sono state previste nuove misure in merito alle soglie, dalla stessa Agenzia delle Entrate. Andiamo con ordine, cominciando dai nuovi limiti: essi corrispondono a prelievi di contante di massimo 1.000 euro al giorno, e di massimo 5.000 euro nel mese. Il contribuente o l’azienda che superano queste soglie, rischiano controlli severi da parte dell’Agenzia delle Entrate: nel caso accada, dovranno giustificare i suddetti prelievi eccedenti la soglia. Il motivo che ha spinto alla definizione di questi nuovi limiti di prelievo di contante è intuibile: combattere con maggiore forza i tentativi di evasione fiscale.

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