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Attualità | 28 agosto 2016, 08:16

Molini di Triora: la rinascita di Carpenosa attraverso un progetto per una centrale idroelettrica ed una struttura agricolo turistica

Dietro questo progetto troviamo la famiglia Zunino di Taggia che ha spiegato a Sanremo News qual è la loro idea per la rinascita di Carpenosa.

Molini di Triora: la rinascita di Carpenosa attraverso un progetto per una centrale idroelettrica ed una struttura agricolo turistica

A Molini di Triora c’è un progetto per la rinascita di Carpenosa. Da qualche tempo negli uffici della Regione è in attesa di approvazione un corposo studio per ricostruire una centralina idroelettrica e al contempo dar luogo ad una attività turistico ricettiva che racconti la storia dimenticata di quel luogo. 

E’ l’ambiziosa idea della famiglia Zunino di Taggia che è entrata in possesso di un’area importante di Carpenosa. Questa zona ha una storia che non molte persone conoscono. Infatti sebbene molti si ricordino di Carpenosa per via della diga non tutti invece sanno che lì a partire dalla fine del 1800 la ditta Fratelli Marsaglia diede vita ad un grande polo industriale. 

 C’era lavoro e c’era tanta vita. Erano stati eretti capannoni alti 10 metri, c’era una ciminiera industriale, una teleferica, alloggi, il tutto su un’area complessiva di 60mila metri quadrati, dove vivevano centinaia di persone. All’epoca venivano sfruttati i boschi, che davano legname ma soprattutto permettevano l’estrazione dell’acido pirolegnoso, elemento fondamentale per la creazioni alcuni prodotti chimici. Poi con l’avvento del petrolio, risultò economicamente conveniente estrarre i prodotti dal “nuovo oro nero”. 

Subito dopo questa crisi Carpenosa si risollevò e ne nacque una filanda. Il cotone grezzo arrivava da Genova nella frazione di Molini di Triora e lì veniva lavorato e poi rivenduto su scala internazionale. Inoltre era stato avviato anche un allevamento di bachi da seta per la produzione del pregiato filato. Il motore di entrambe le attività però era lo stesso il canale che dava forza motrice a tutto lo stabilimento.

Nel 1950 il terreno venne espropriato per il progetto della diga di Glori ed a quel punto quanto fatto in oltre mezzo secolo sparì. La diga venne bloccata dalle sommosse popolari e da lì si può dire che l’area morì, diventando anche spazio ove depositare abusivamente materiale. Ancora una volta la chiave per la rinascita di questa zona, potrebbe arrivare proprio da quel canale dimenticato. Luca Zunino non solo vuole dare nuova vita a quel canale ma usarlo per predisporre una nuova centrale idroelettrica. 

 “Infatti noi parliamo di riqualificazione dell’area. Vogliamo ristrutturare tutto il vecchio canale e la vecchia briglia per la centrale e farci anche un’attività agricolo turistica, con un lago dal bacino importante che possa essere usato per la pesca facilitata - sottolinea Zunino che aggiunge - La centrale è un contorno propedeutico all’attività turistica in sé che sarà un campeggio”. 

“Quando siamo arrivati il canale era completamente interrato. - racconta l’imprenditore - Volevamo fare una centralina moderna poi abbiamo trovato il canale ed era talmente fatto bene che da un punto di vista idraulico era ottimo e non migliorabile pertanto abbiamo pensato ad un progetto più green. Discorso diverso quello per le turbine che invece saranno fatte con alcuni macchinari nuovi”.  

“Ripristineremo tutto con materiali autoctoni. Vogliamo far vedere quanto era bello il canale fatto all’epoca e magari realizzare una passeggiata annessa che costeggi l’Argentina e che permetta di vedere il corso dell’acqua. - spiega Zunino - Faremo vedere com’era l’area quando c’erano le attività e racconteremo la storia fatta da quelle centinaia di persone che rendevano vivo questo luogo. Abbiamo trovato persino delle cartoline d’epoca”.  

“Per quanto riguarda l’aspetto agricolo, vogliamo far rinascere le coltivazioni di Carpenosa, ciliegie, pere, mele e frutti di bosco, che nel 1900 erano eccellenze di questo territorio. Abbiamo trovato anche gli scritti del parroco di San Faustino che parla di queste varietà che crescevano qui a Carpenosa”.

Il progetto è uno dei più importanti che abbia visto la valle Argentina negli ultimi anni. Sono ancora molte le incognite presenti, ma Luca Zunino ha una visione chiara ed un progetto realizzabile che potrebbe dare nuovo lustro a quella zona, sfruttando una forma pulita di energia e dando spazio a quella storia dimenticata di Carpenosa e le sue eccellenze.

Stefano Michero

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