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Imperia Golfo Dianese | 17 marzo 2015, 15:04

Nel weekend scorso a Diano Marina il 'Laboratorio di integrazione multidisciplinare'

Il laboratorio è stato tenuto, ideato e progettato da Emanuele Morandi del Teatro Impertinente e da Valentina di Donna del Parcheggio delle Nuvole.

Nel weekend scorso a Diano Marina il 'Laboratorio di integrazione multidisciplinare'

Si è svolto nel weekend scorso presso la palestra Creativa Scenart di Diano Marina il laboratorio di integrazione multidisciplinare, fra studenti diversamente abili e normodotati, oltre che tra studenti del Liceo Artistico, del Liceo Amoretti e della stessa Scenart, scuola di danza di Pierpaola Serra, fondamentale nel suo ospitare il corso fornendo per intero la fantastica sede principale, con tutte le attrezzature a disposizione.

Il laboratorio è stato tenuto, ideato e progettato da Emanuele Morandi del Teatro Impertinente e da Valentina di Donna del Parcheggio delle Nuvole, aiutati dai referenti: per il Liceo Artistico la professoressa Claudia Giordano e per il Liceo Amoretti il professor Fabrizio Prisco, coadiuvati a loro volta dall'educatrice Virginia Calcagno nonché, per il secondo giorno, da Christian Gullone del Parcheggio delle Nuvole. Andrea Picchiantano ha svolto e coordinato la parte documentativa (anche le foto seguenti sono sue) che verrà proiettata ad aprile nell'Aula Magna del Liceo Artistico per la conclusione definitiva del laboratorio. Infine l’autrice di questo articolo, Isabella Biscaglia, blogger del Teatro Impertinente, ha svolto mansioni di supporto per il resto dello staff.

L'incontro finale sarà aperto alle famiglie, agli insegnanti e a coloro che hanno collaborato alla realizzazione dello stesso laboratorio. Il laboratorio intensivo sulle maschere ha permesso ai ragazzi di esprimersi ed aprirsimettersi in giocosfidarsifidarsicollaborare e crescere insieme, in un clima ludico dove ognuno è stato libero di creare, sbagliare, correggersi, attuare una o più metamorfosi. Grande l'adesione: 23 adolescenti in totale, di diverse scuole, ma tutti costituenti poi lo stesso grande gruppo. 23 ragazzi che hanno deciso volontariamente di passare un week-end in modo diverso, un modo non certo riposante ma "distruttivamente-costruttivo", come può esserlo il mettersi in gioco con tutte le proprie maschere e quelle altrui. Attraverso esercizi teatrali di contatto e relazionali i ragazzi nei due giorni si sono avvicinati al concetto di performance, ossia al concetto dell'operare una azione vera resa in modo artistico: hanno scavato dentro di loro, autonomamente e supportati dagli esperti in educazione alla teatralità e dagli insegnanti, portando ad altri uno stato interiore, un concetto, un pensiero, o maschere inaspettate.

Scrive Valentina Di Donna: "E' un'occasione rara quella che hanno potuto vivere i ragazzi delle scuole. E' diverso partecipare ad un laboratorio settimanale di due ore, rispetto ad un week end intensivo di 16 ore. Qui gli alunni hanno potuto davvero sperimentare lo stare insieme in un gruppo, lavorare sui propri limiti e scegliere se superarli oppure no. Non avendo la preoccupazione del tempo, gli esercizi teatrali sono potuti durare più a lungo, e ciò ha permesso loro di addentrarsi realmente nel flusso creativo ed emozionale, tirando fuori (ognuno con i propri limiti) il sé autentico. Abbiamo potuto riscontrare in loro un reale bisogno di duplice ascolto, verso se stessi e verso l'esterno".

A Imperia la prima scuola a ricercare laboratori esperienziali per i ragazzi è stato il Liceo Artistico di Imperia, allora Istituto Statale d'Arte, per la lungimiranza dell'allora Preside Beatrice Grossi, che ha poi lasciato il testimone all’attuale Dirigente Scolastico Beatrice Pramaggiore. Negli anni B. Grossi ha fortemente creduto nel laboratorio integrato e si è prodigata, con la prof.ssa C. Giordano, per la realizzazione di attività di supporto all’educazione e alla crescita di tutti allievi. Attività che, dopo ormai svariati anni, sono giunte a maturazione, divenendo sempre più incisive per gli adolescenti che vi partecipano, tanto appunto da spingerli ad un full-immersion proprio nel week-end, a confrontarsi con le disabilità e con ragazzi di diverse realtà e diverse discipline artistiche, facendo a volte anche più di trenta chilometri al giorno per poter partecipare,  e nonostante il maltempo.

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