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Al Direttore | 19 novembre 2014, 20:12

Il ritorno della lavanda: una risorsa del Ponente mai dimenticata nel racconto di Pierluigi Casalino

Il ritorno della lavanda: una risorsa del Ponente mai dimenticata nel racconto di Pierluigi Casalino

A Carpasio un museo conserva la storia della coltivazione della lavanda nel Ponente e conserva le gloriose memorie legate a questa pianta dalle mille proprietà e dai mille usi. Un tempo dalla Francia e da altre parti d'Italia e d'Europa si guardava alla lavanda del Ponente come ad un sinonimo di Liguria. Chi non ricorda la Lavanda Col di Nava? Dopo un lungo periodo di eclissi - si veda la fortissima contrazione della produzione subita in quel di Pietrabruna, una volta uno dei luoghi simboli di questo primogenito della nostra terra - la lavanda ritorna prepotentemente (e lo fa proprio durante questa crisi mortale come segno di rinnovata speranza).

Si è a lungo creduto, e non a torto, che la lavanda fosse l'esclusivo regalo della vicina Provenza: ora, riscoprendo le grandi prove di se che nel Ponente la lavanda ha saputo offrire nei periodi migliori, 18 comuni dell'entroterra hanno deciso di rilanciare l'idea di lavanda a vasto raggio. Con gli annessi e i connessi di tale fortunata opportunità. A Carpasio, ad esempio, la coltura della lavanda riprende un cammino interrotto oltre trent'anni fa, con la fine di quella modesta industria di trasformazione, dalla quale si otteneva l'essenza dell'oro blu. Ma la via intrapresa interessa ormai tutte le zone che tradizionalmente sono state la culla della lavanda. 

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