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Cronaca | 04 aprile 2024, 12:31

Carcere di Sanremo sotto accusa a ‘Chi l’ha visto?’ per il caso Scagni: “Aggredito per ore, nessuno della Penitenziaria è intervenuto”

Gli avvocati puntano il dito contro la casa circondariale di valle Armea: “Avrebbe dovuto essere da solo, è un soggetto in stato di seminfermità mentale”

Carcere di Sanremo sotto accusa a ‘Chi l’ha visto?’ per il caso Scagni: “Aggredito per ore, nessuno della Penitenziaria è intervenuto”

Torturato per oltre tre ore, colpito con oggetto di fortuna, sedie e sgabellie anche posate, fratture su tutto il volto e alla testa, due interventi chirurgici, un mese di coma farmacologico. È questo, in sintesi, l’inferno vissuto da Alberto Scagni, detenuto nel carcere di Sanremo dove stava scontando la condanna a 24 anni e 6 mesi per l’uccisione della sorella Alice, a Genova.

Scagni, dichiarato infermo di mente dalla corte d’assise del capoluogo ligure, era già stato aggredito nel carcere di Marassi, motivo per cui era poi stato deciso il suo trasferimento nella casa circondariale di Sanremo, in valle Armea. Lì, però, invece di essere rinchiuso in una cella da solo, è stato messo insieme ad altri tre detenuti, due dei quali condannati per violenza sessuale, gli stessi che lo hanno pestato a sangue e torturato. Ora sono accusati di tentato omicidio.

Il caso era balzato gli onori delle cronache a seguito dell’aggressione del 22 novembre scorso. Ora torna sui media nazionali a seguito del servizio di ‘Chi l’ha visto?’ andato in onda mercoledì 3 aprile con pesanti accuse nei confronti del carcere sanremese e della Polizia Penitenziaria, rea di non essere intervenuta nonostante il pestaggio si andato avanti per circa tre ore.

Sanremo è un carcere che raccoglie i detenuti problematici del distretto di Genova - ha detto in trasmissione Pietro Casciaro, avvocato di Alberto Scagni - non solo quelli con problemi psichiatrici, ma anche quelli con problemi disciplinari”.
A Sanremo avrebbe dovuto essere da solo, è un soggetto in stato di seminfermità mentale - ha poi accusato Alberto Caselli Lapeschi, altro membro del pool legale della famiglia Scagni - viceversa viene messo in una cella con altre tre persone. La prima responsabilità è quella di averlo messo in cella con altri detenuti pericolosi, la seconda è che quando l’aggressione è iniziata e si è protratta così a lungo, nessuno della Penitenziaria è intervenuto”.

Sul caso, infine, si è esposta anche la conduttrice di ‘Chi l’ha visto?’ Federica Sciarelli: “Leggo molti commenti, ma uno stato di diritto deve essere giusto anche nei confronti di persone come Alberto Scagni, condannato a 24 anni e 6 mesi per aver ucciso la sorella”.

Pietro Zampedroni

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