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Politica | 19 maggio 2022, 14:16

Polemiche sulla gestione della sanità in provincia, intervento del Circolo di Rifondazione Comunista di Sanremo-Taggia

"Non vediamo motivazioni vere o preoccupazioni da parte delle varie amministrazioni della nostra provincia se non per regolare dissidi interni alle loro dinamiche, generati da elezioni provinciali, da future candidature in Regione da progetti per le prossime elezioni politiche nazionali"

Polemiche sulla gestione della sanità in provincia, intervento del Circolo di Rifondazione Comunista di Sanremo-Taggia

Il Circolo di Rifondazione Comunista di Sanremo-Taggia ‘Valeria Faraldi’ esprime la sua sorpresa per le diatribe sulla gestione della sanità nella nostra provincia.

“Tema Ospedale Unico, Saint Charles di Bordighera. Temi a noi cari fin dal 2007, quando iniziammo assemblee, manifestazioni contro la privatizzazione dell’ospedale di Bordighera e contro, all’epoca ancora ipotesi, di un ospedale unico con la conseguente chiusura del Borea di Sanremo e la struttura di Imperia. Abbiamo assistito in questi quindici anni al consolidamento di posizioni trasversali che univano Fratelli d’Italia fino al Partito Democratico, sulla chiusura del Saint Charles e a favore di una struttura unica, passando per vari assessori alla sanità, non ultima la ex Assessore Leghista Viale, che ha definitivamente contribuito all’affossamento della Sanità pubblica Imperiese, cercando di applicare anche in Liguria un apparato sanitario privato, pseudo convenzionato, in stile Lombardia, che dal 2020 ha dimostrato la sua più totale fragilità.

La pandemia ha accelerato tutte le reazioni ai problemi latenti, e mai affrontati, all’interno del nostro servizio sanitario pubblico, sottovalutando il tutto, arrivando al punto che il Presidente di Regione Toti, in piena pandemia, si è arrogato il diritto della delega dell’assessorato alla Sanità, cosa per noi gravissima. Le singole amministrazioni della provincia si interrogano sui tempi di un futuro Ospedale Unico, ma non si adoperano sulle infrastrutture per la viabilità d’accesso al medesimo. Nel frattempo il budget per tale ospedale è passato dai 257 milioni di euro, prospettati nel 2019 dall’Assessore Viale, ai 370 odierni senza che ancora siano partiti gli espropri, e senza considerare i costi della messa in opera di una viabilità nuova provinciale.

Sempre da 15 anni noi parliamo di sanità ‘cittadinocentrica’ e non ‘Ospedalocentrica’. Occorre una Sanità di prossimità, occorrono i servizi vicini al cittadino, non ci servono Aziende che debbano sempre rincorrere i ricavi e non le necessità di chi ha il sacro santo diritto alla salute. Da decenni i contribuenti Imperiesi sono coloro che più di tutti i liguri contribuiscono, in modo proporzionale, alle casse regionali e da decenni sono quelli che ricevono meno servizi dalla Sanità Regionale. Ma soprattutto, occorre remunerare in modo giusto equo il personale medico ed infermieristico, senza dimenticarsi di tutti gli operatori socio sanitari e del personale addetto alle pulizie spesso sfruttati in pseudo cooperative, e non limitarsi a dichiararli eroi nel momento della guerra al Covid.

A questo punto, non vediamo motivazioni vere o preoccupazioni da parte delle varie amministrazioni della nostra provincia se non per regolare dissidi interni alle loro dinamiche, generati da elezioni provinciali, da future candidature in Regione da progetti per le prossime elezioni politiche nazionali, in un coinvolgimento senza confini politici e partitici, da Fratelli d’Italia al Partito Democratico, rispecchiando l’ammucchiata nazionale Draghiana”.

C.S.

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