I riti della “sperlengöia” (Sperlengöia (Baducco-S.Remo) Perlenguòu (Ge) Affatturato, Stregare, Malocchio, fattura) per togliere i malefici delle fatture, in Liguria sono stati importati dai marinai liguri dall’Egitto. Le sue origine sono descritte nella Bibbia più di 5.000 anni fa. La Bibbia narra che Giuseppe venduto dai fratelli, per invidia a mercanti egiziani, scala il potere politico egiziano tanto da diventare Primo Ministro del Faraone. Saputo che i suoi fratelli sono venuti in Egitto per comperare grano, li mette alla prova nascondendo nel sacco di Beniamino la sua coppa d’argento che serviva per la divinazione, partiti i fratelli li fa inseguire e nel sacco di Beniamino i soldati trovano la coppa.
La versione letterale dice: “Per mezzo della quale suole indovinare, si può anche intendere che “riguardo alla quale sta per indovinare”. (Genesi Cap. 44) Questa affronto fatto dai fratelli è gravissimo, ma Giuseppe vuole mettere alla prova nuovamente i fratelli ed alla fine si manifesta loro perdonandoli ed abbracciandoli. Il movimento dell’acqua nella coppa d’argento di Giuseppe o la forma che prendevano lasciando cadere dentro alcune gocce d’olio. Questo erano il modo di divinazione presso gli antichi orientali. Giuseppe afferma che di essere capace di indovinare il futuro senza quella coppa, con questo ribadisce che egli non aveva bisogno di pratiche divinatorie, ma possedeva un dono superiore. A parte il caso di Giuseppe, la divinazione di versare in una coppa piena di acqua alcune gocce d’olio dall’Egitto fu portata dai marinai in Liguria.
Questa divinazione serviva per liberare coloro che si sentivano affatturato un particolare maleficio quello di morte o d’amore. Secondi alcuni le fatture venivano fatte dalle fattucchiere, pronunciando una serie di formule magiche, preghiere e interiezioni davanti ad una figura di cera con le fattezze della vittima, su cui scriveva il nome della vittima. In Liguria che veniva affatturato o aveva il malocchio si diceva che era sperlenguau. In una poesia in dialetto di Taggia dice: E ro Fì pirette – Ghigliè Cereisa e si què Sperlengoau- Piron , Vince bodè eAntò Corrao – Ro figlio de Sciorao… Il termine Ro- sino al metaà 1800 non di diceva u Pan, ma Ru pan, la R rotativa veniva seminata da per tutto. Il testo dice che il figlio e affatturato.
Esistono diverse fatture, a Genova la sperlengöà significa anche toccare con le una o più dita l’ammalato dopo averle passate sulla lingua ( veramente è una cosa schifosa, ma il vero rito della sperlengoia abbisognava di una sedia, una scodella, e un boccettina d’olio. Si prendeva una scodella con acqua, la si posava sulla testa del presunto ”fatturato” e vi si versava alcune gocce d’olio. Se il paziente era oggetto delle attenzioni di una fattucchiera l’olio non manteneva le sue tipiche forme di cerchio sull’acqua, ma si spandeva. La fattucchiera ricorreva allo formula dello scongiuro: “Via, via camminnn-a / in t’inn-a pria te confinn-a; / che ti ritornà / quande saia sciuta l’aegua di ma.../ . Via, via cammina / in una pietra confinati /e che tu possa tornare / quando sarà asciutta l’acqua del mare. Secondo la liturgia della sperlengoia l’acqua con l’olio della tazza non veniva buttato a caso, ma versata in parte, più o meno eguali , nei quattro angoli della stanza in cui il rito era avvenuto.
C’è un rituale, diciamo più semplice, al posto della scodella si posa sulla testa del poveretto un mestolo… il rito è lo stesso. Queste “cerimonie” in Liguria sono scomparse tra le due guerre, ma con l’arrivo delle “Genti della pepperetta”, le “Genti della polenta” abbiano in gran stima chiromanti, maghi e ciarlatani di ogni tipo, eludendo il fisco in nero. È una magia da strapazzo, formule e invocazioni di santi o addirittura del Signore, un paciugo tra sacro e profano da bambini dell’asilo.
Abbiamo visto persino dei Presidenti della Repubblica fare corna e scongiuri. Il moto è non assolutamente non ci credo al malocchio, ma è duopo premunirsi con cornetti e gobbetti e corna.
Il gesto più semplice è stato effettuato da una nota cantane italiana, a quei tempi si cantava al Casino. Alle vent’uno suona una porta del convento un dipendente di un albergo cittadino, portando, aiutato al un altro collega un enorme mazzo di fiori per la Madonna, e una busta recante un offerta per i poveri. I frati del convento lo misero sotto la statua della Madonna dell’Immacolata.
Era la sera delle finali…. e la devota cantante vinse. La cosa rimane all’interno del convento e i frati ringraziarono sentitamente. Se riesco vi dirò il nome della cantante, il frate che ricevette i doni è mancato… Il frate quando vedeva l’altare spoglia diceva ci vorrebbe la……














