La Liguria marittima d'Occidente e la sua agricoltura in una descrizione d'altri tempi

"Prima della nascita dell'Italia politica unita la Liguria marittima, nel suo complesso, costituiva uno dei luoghi più rilevanti in seno agli Stati Sardi sia per la sua collocazione geografica e storica e sia per la sua importanza economica e mercantile. Non a caso ancora oggi i geografi estendono il mar Ligure fino al golfo di Nizza.

Nel 'Viaggio nella Liguria marittima dal Varo alla Magra' di Davide Bertolotti dedicato a S.M. Carlo Alberto, Torino, 1834 si legge che 'la Liguria marittima non adornavasi allora dell'albero che i Greci consacrarono alla Scienza deificata col nome Pallade, e che diedero per simbolo all'amabile e prosperosa Pace. La coltivazione dell'olivo, forse contemporanea ne' dintorni di Nizza, all'edificazione della città, non dilatossi nella Liguria marittima che intorno al 13° e 14° secolo. Anche l'odorifera famiglia dei cedri non fu trapiantata sulla costiera ligustica che dopo l'occupazione del Regno delle Due Sicilie fatta dagli Angioini conti di Provenza che regnavano verso il Varo e la Roja. Per farsi un concetto dell'agricoltura nella Liguria marittima, conviene ridursi a mente la ridotta figura del Paese (ligure), ch'è un lembo di terreno lungo dugento miglia, largo differentemente dalle quattro alle ventiquattro, e formato dalla pendice australe delle Alpi e dell'appennino sull'onda marina... La costiera occidentale, dal Varo alla valle d'Albenga, è un continuo oliveto. L'uomo del norte ama l'olivo, perché indizio di un clima  più fortunato. Ma la monotonia del suo smorto fogliame, quando non è interrotto da più vivaci tinte di verde, riesce increscevole agli occhi, e all'animo cagione di mestizia. Ciò si scorge particolarmente nella provincia di Oneglia, ove regna senza compagni l'olivo, pianta che come l'Ercole adorato a Monaco, mal soffre che nel suo tempio si renda altro culto.

Ma nei dintorni di Nizza i frequenti giardini e le irrigate valli interrompono l'uniformità con grata vicenda. Sopra i gioghi che fanno spalla a Villa Franca (oggi Villefranche-sur mer) lo svelto e verdeggiante carruba stende la pompa delle vaghe sue foglie tra i solenni ed antichissimi olivi. A Mentone, a Sanremo, i limoni, gli aranci, e i cedri sfoggiano l'oro pallido e l'oro carico delle poma loro in mezzo alle verdissime e rilucenti lor foglie. Ed a Bordighiera, come ancora a Sanremo, l'elegante palma consola gli sguardi colla sua vaghezza orientale. I vigneti in quel lungo tratto di riviera ora sono rari, ora mancano affatto. Il territorio di Nizza sui colli che guardano il Varo, s'allegra, è vero, di liete vendemmie; ma i vini co' nomi di Bellet, Bracquet, ecc godono fama  quasi europea, vengono in gran parte dai vari vigneti di Francia.

La valle d'Albenga, lunga, piana e larghetta, offre una scena di coltivazione mezzo lombarda e mezzo ligustica. Ivi sono oliveti e vigneti e verzieri, ma l'arte dell'agricolture non va del pari colla fertilità del terreno. La doppia valle di Finale e i suoi poggi sembrano un orto sperimentale di agricoltura collocati in felicissimo sito. Vi ritrovi i cedri più odorosi e più rari e i meli carli. Gli olj del Finale non gareggiano con quelli con quelli di Diano e del Cervo ma formano ancora la prova linea di transizione... Dal Capo di Noli insino al Capo del Corvo la coltivazione mista offre una scena tutta diversa da Porto Maurizio e i vigneti si coltivano con gli oliveti... con il patriarcale fico, con gli alberi dalle pesche saporite (colli savonesi)'...'

Un quadro descrittivo della Riviera che, salvo per l'olivo, ha modificato alquanto le proprie caratteristiche agricole dagli anni Cinquanta del secolo XX in poi. 

Pierluigi Casalino".