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Attualità | 24 giugno 2016, 16:32

“Keep calm you are Brexit”: ecco cosa ne pensano gli inglesi made in Imperia, le interviste

Abbiamo chiesto ad Anna Fill, blogger inglese di The Riviera Woman, residente ad Apricale, cosa pensa di questo momento cruciale, per la storia e l'economia dell' Europa.

“Keep calm you are Brexit”: ecco cosa ne pensano gli inglesi made in Imperia, le interviste

24 giugno 2016 una giornata che rimarrà nella storia, come il giorno in cui gli inglesi hanno deciso di salutare l'Europa con Bye bye che sa molto di addio e molto poco di arrivederci. Cosa succederà da oggi? Le domande e le preoccupazioni degli inglesi e soprattutto dei non british, non trovano pace. Abbiamo chiesto ad Anna Fill, blogger inglese di The Riviera Woman, residente ad Apricale, cosa pensa di questo momento cruciale, per la storia e l'economia dell' Europa.

"Io sono solo una singola e piccola voce, ma credo che le persone che hanno votato per uscire dalla UE in questo referendum, siano state spinte da alcune decisioni politiche ed ineguaglianze esistenti. Essere democratici, secondo me, significa essere autorizzati a parlare liberamente, anche se, chi ancora crede nell'Europa ha paura di cosa possa succedere. E' un triste giorno per l'umanità. Non si parla della rottura dell'Inghilterra o dell'Europa, ma della società, dove il sentore è che niente è stato appreso dal passato e niente cambierà. Al momento attuale non c'è da chiedersi il perchè di questo risultato, ma è necessario invece utilizzare tutte le nostre energie per far si che la realtù rimanga sostenibile e non mi riferisco solo alla Gran Bretagna, ma a tutti noi.

I miei genitori erano stranieri trasferitisi in Inghilterra e io sono sempre stata additata a mia volta, come straniera, nonostante fossi nata in quel Paese. Proprio per andare contro queste diversità culturali, qualche anno fa ho creato il gruppo Britalia, dove persone di diverse nazionalità potessero incontrarsi e ciò non cambierà, perché la gente ha bisogno della gente e di un mondo migliore in cui credere. Il gruppo diventerà però un club che si chiama VivaItalia e continuerà a supportare il commercio locale e la coesione di diverse culture e comunità, perché assieme siamo più forti”.

Stefania Orengo

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