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In Breve

| 24 ottobre 2011, 18:44

La storia del tovagliolo che Fabrizio De Andrè ha regalato a Pepi Morgia

In molti mi hanno chiesto l'immagine del tovagliolo, ma solo il mio amico Mario di Savonanews mi ha chiesto di raccontarne la storia .....

Il "tovagliolo" dedicato da Faber a Pepi

Il "tovagliolo" dedicato da Faber a Pepi


     Sanremo: l'ingresso della casa del Principe

Quando nel 2009 sono andato da Pepi per parlare del libro che stavo scrivendo, prima di accettare la mia richiesta di aiuto e di collaborazione mi confidò la sua grande amarezza per i tanti libri scritti su Fabrizio De Andrè da persone, che, non solo non lo avevano conosciuto, ma per le quali Fabrizio non nutriva neppure particolare stima o simpatia.

Lui, che lo aveva conosciuto fin da ragazzo, non aveva mai voluto scrivere un libro su di lui e soltanto allora dopo dieci anni si era convinto a lavorare con Elena Valdini a "Tour Book", il libro promosso dalla Fondazione De Andrè ed edito da Chiarelettere. 

Dopo avergli illustrato il progetto - e chiarito che non intendevo scrivere un libro su Fabrizio De Andrè, che non avevo conosciuto, se non attraverso le sue canzoni, ma soltanto proporre alcune mie osservazioni e riflessioni sui fiori e profumi presenti nelle sue canzoni - Pepi accolse l'idea con grande entusiasmo. Si era innamorato dei disegni - "ne faremo una mostra" ed era interessato ad un approccio “botanico” alla figura di Fabrizio.

I suoi ricordi e le sue conoscenze dirette sono stati decisivi nella stesura del libro e nella sua promozione. Fu lui a scegliere la grafica della copertina ed il titolo del libro “I fiori di Faber”. Io avevo aggiunto “dal letame nascono i fiori” come sottotitolo, che Don Gallo prima di andare in stampa ha corretto opportunamente in “dai diamanti non nasce niente”.

Proprio mentre lavoravamo insieme a casa sua, un giorno mi ha mostrato per la prima volta quello che lui ha sempre chiamato fazzoletto, ma che in realtà era un tovagliolo, sul quale Fabrizio aveva scritto una breve poesia dedicata a lui. E mi ha raccontato la storia di questo inedito.

Entrambi si trovavano all'inizio del 1982, impegnati per un concerto. La sera del 20 febbraio, a Vienna come altrove era un sabato, pioveva e faceva freddo. Fabrizio non aveva nessuna voglia di andare a dormire e chiese a Pepi di rimanere con lui a parlare ancora. Ma il principe era stanco ed aveva preferito andare in camera sua a riposare, lasciando solo, troppo presto, Fabrizio, che si rifugiò a sua volta in camera.

Fabrizio non aveva gradito la cosa ed il giorno dopo con pochissime parole - “questo è dedicato a te” - gli ha consegnato un tovagliolo trovato nella stanza dell’albergo e sul quale aveva scritto una breve poesia.

Pepi, che lo aveva conservato con grande riservatezza per quasi 30 anni, ora a 10 anni dalla scomparsa di Fabrizio, aveva deciso mostrarmelo e, in segno di fiducia, nei miei confronti, me lo ha consegnato, invitandomi a trascriverne il testo e digitalizzarne l’immagine. 

“Nessuno sa di questo biglietto” mi ha confidato e quando gli ho fatto notare che non c'era la firma di Fabrizio, sorridendo mi ha rassicurato dicendomi che la sua calligrafia era ed è inconfondibile: “Vedrai che quando lo vedrà Dori non avrà dubbi, è di Faber”.

Il testo presentava alcuni problemi di interpretazione...

Nelle prime righe respiro si confonde con sospiro, ma soprattutto appare misterioso l’aggettivo finale che fa riferimento ad una “sconosciuta esperienza”, “acustica” secondo Pepi, “austriaca” secondo me.

Per risolvere l’enigma abbiamo coinvolto Mara Pardini, la sua addetta stampa, che sostenne la tesi di acustica ed il testo così venne trascritto.

Nel corso dell’anno scorso Pepi si era convinto che il frammento doveva essere reso vivo attraverso una canzone.  Conosceva moltissimi artisti, ma da subito aveva individuato in Vittorio De Scalzi, la persona giusta. 

         Palco d'Autore 2010: Vittorio De Scalzi con Pepi

A Genova in occasione della presentazione del libro “I fiori di Faber” alla Feltrinelli, Pepi ne parla con lui  ed il giorno dopo il testo, in formato word, è nelle sue mani. 

A marzo di quest’anno nella giornata dedicata dal Casinò di Sanremo a Faber con Don Gallo, la sera in un’osteria di Bussana, Vittorio ha cantato per la prima volta l’incipit della canzone. La melodia piacque a tutti i presenti, compreso Pepi, che lo incoraggiò a proseguire nella composizione.La canzone a me pare stupenda, c'è Faber, ma c'è anche il mare di Corto Maltese....

           Bussana 22 febbraio 2011: Vittorio canta la canzone dedicata a Pepi

Più volte nel corso di questi anni ho riportato il tovagliolo a casa sua, ma Pepi mi ha sempre chiesto di tenerlo e che si sarebbe presentata sicuramente un’occasione importante per mostrare in pubblico il tovagliolo.

Sabato scorso, quando ho mostrato il fazzoletto a Dori Ghezzi, che ha riconosciuto immediatamente la calligrafia di Fabrizio,  proprio come Pepi aveva previsto, ho provato una grandissima emozione, che è diventata felicità quando Vittorio al termine dell’esecuzione e fra applausi scroscianti ha annunciato l’intenzione di devolvere, d’intesa con Dori, i diritti d’autore della canzone alla Comunità di San Bendetto al Porto di Don Gallo.

La canzone, che è stata eseguita ad Albenga sabato scorso, sarà inserita nel prossimo cd di Vittorio De Scalzi di prossima uscita. Ad Albenga è stata cantata la canzone, ma non è ancora stato mostrato al pubblico il tovagliolo, l’occasione importante che Pepi attendeva, sono sicuro, non tarderà ad arrivare.

Ancora non riesco a credere che Pepi sia lassù a curare la regia dei tramonti, come ha detto Don Gallo.

E' invisibile, ma lo sento ancora fra noi quaggiù .... 


Questo il testo del tovagliolo

"Vienna, 20 febbraio 1982

Vengono le onde del sonno
al ritmo del sospiro,
al ritmo della birra respiro
e io mi lascio sommergere
e affogo, quasi dolcemente
e mi lascio sommergere
nel brivido che dà la coscienza
di una sconosciuta esperienza acustica

A Pepi 20/02/1982
"

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