Il canottaggio torna ancora una volta ad aprire l’Italia, e nello specifico Varese, al mondo. Lo farà con i Mondiali Under 19 e Under 23, che dal 28 al 31 luglio, giorni in cui si terranno semifinali e finali, vivrà i suoi momenti clou.
A fare il punto - tra lo stupito, il felice e il consapevole - è Pierpaolo Frattini, direttore generale della Canottieri Varese e del Comitato Organizzatore di Varese per gli Eventi Internazionali: «Ho dato uno sguardo ad uno dei più famosi portali di prenotazione camere che c’è su internet e per i giorni dei mondiali Under 19 e Under 23 sembra non essere rimasta più una camera libera a Varese…», Ancora una volta, dunque, sarà una “Città Giardino” - come viene chiamata la cittadina lombarda - da tutto esaurito per il remo, come prima della pandemia.
TURISTI E VISIBILITÀ PER IL TERRITORIO… DA TUTTO IL MONDO
I numeri non sono ancora ufficiali, perché solo il 30 giugno scadranno i termini di iscrizione per le nazionali e il 15 luglio quelli per gli atleti: allora si saprà con certezza quanti saranno gli sportivi ad affollare le rive del lago e non solo. Si va, però, verso cifre da capogiro: tra i 1500 e i 2000 vogatori, destinati almeno a raddoppiare con il contorno dello staff e ad aumentare ancora con quello di famiglie e turisti. Sì, turisti: «Dagli Stati Uniti, che già si presenteranno con una delegazione di 150 persone - racconta il dg - ci hanno detto che al gruppo si aggregheranno anche 75 turisti».
A Varese c’è dunque un punto fermo, proprio il canottaggio, da cui imparare per quanto riguarda l’organizzazione di grandi eventi sportivi: «L’esperienza del nostro sport potrebbe essere effettivamente sfruttata e ribaltata su altri eventi, altri sport, altre location - argomenta Frattini - Il segreto? Fare squadra. Per i grandi eventi remieri che caratterizzano il territorio ormai da anni, le istituzioni si sono messe a collaborare, hanno fatto ognuno la sua parte. Il canottaggio è la dimostrazione che se si vuole, si riesce».
Anche nell’internazionalità, che non si acquisisce da un giorno all’altro: «Il grande evento, come possono essere Europei o Mondiali, dà la massima visibilità al territorio, al suo sistema e alle infrastrutture. Da lì parte un circolo virtuoso che si ripercuote visibilmente su diversi aspetti: aumentano le delegazioni straniere che chiedono di tornare per allenamenti e stage e cresce anche il numero di praticanti autoctoni, cioè di persone che si avvicinano al nostro sport».
TRA CIBO, EVENTI E VOLONTARI: UN’ACCOGLIENZA A TUTTO TONDO
Intanto la macchina organizzativa che condurrà ai campionati di fine luglio è in pieno movimento. Tante persone in arrivo significa tanto impegno e significa concentrare le proprie attenzioni non solo sul campo gara. Varese sta così cercando di approntare un sistema di accoglienza a tutto tondo, collegando il centro con la Schiranna, dove ad avere grande importanza saranno pure gli sponsor e il “food”, in quello che sarà il classico “rowing village”. Con una particolarità: a farla da padrone saranno le attività del territorio, con alcuni “grandi nomi” di locali varesini già pronti a fare la loro parte e a studiare prodotti ad hoc (come aperitivo e gelato) per la manifestazione.
Imponente anche la dotazione di volontari: «Dobbiamo arrivare a 300 - rivela Frattini - e li stiamo cercando un po’ ovunque, non solo tra gli studenti delle scuole cittadine e tra i nostri soci. Chiunque può partecipare, è una bellissima esperienza». E anche in questo caso il nome Varese ha richiamo internazionale: alcuni di loro arriveranno dall’estero.