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Attualità | 21 maggio 2021, 07:15

Valerio Peritore: una storia di ricatti e coraggio

La storia di Valerio Peritore porta a galla uno dei tanti episodi italiani legati a intimidazioni e ricatti.

Valerio Peritore: una storia di ricatti e coraggio

La storia di Valerio Peritore porta a galla uno dei tanti episodi italiani legati a intimidazioni e ricatti. Minacce che sono spesso all'ordine del giorno, riempiono le pagine della cronaca. Fatti e misfatti dei quali non vorremmo mai sentire parlare. Il nome di questo imprenditore siciliano è stato il protagonista di una storia di intimidazioni e coraggio. Il coraggio nello specifico di due persone, ovvero: del Peritore e del cugino; che hanno voluto a tutti i costi tenere testa a dei ricatti subiti e a una tentata concussione.

Quando il coraggio è più forte della paura

Valerio Peritore non ha ceduto, non si è fatto intimorire, e di fronte alla richiesta impropria di denaro, accompagnata da minacce velate di morte, non ha fatto altro che rivolgersi alle autorità. Denunciando in maniera palese e ufficiale quello che gli stava capitando. Praticamente la storia è questa: Valerio Peritore e il cugino Angelo Incorvaia all'epoca dei fatti erano titolari di un'azienda che si occupava di bonifiche ambientali nella provincia di Licata; per una storia di pagamenti inevasi si sono visti porre la richiesta di tangenti, per riscuotere i soldi che gli erano dovuti per lavori e servizi che avevano svolto in maniera ineccepibile. Un ricatto assurdo nell'ambito di lavoro regolare e portato a termine. Quindi si parla di pagamenti di fatture dovute, di denaro guadagnato onestamente.

Arrestati i ricattatori

Ma i due imprenditori per poter ricevere i pagamenti che gli spettavano di diritto avrebbero dovuto “versare” grosse cifre a due ricattatori; due personaggi che facevano parte del Comune di Campobello di Licata; due dipendenti che avevano pensato di “arrotondare” cosi le loro entrate personali. Ma i due uomini determinati a non subire una violenza di questo genere hanno permesso, attraverso la loro testimonianza alle forze dell'ordine, di arrivare all'arresto dei due truffatori che si erano permessi di ricattarli. Le tangenti richieste erano anche molto salate; dai €3000 in su. Le somme dei ricatti sarebbero servite a “sbloccare” alcuni pagamenti di fatture inerenti ai lavori che questa impresa aveva eseguito e che mai erano stati pagati. La ditta gestita da Peritore e dal cugino, ovvero la Omnia Srl era stata spesso ingaggiata proprio dal Comune per eseguire lavori sul territorio. I due imprenditori ovviamente all'inizio erano rimasti abbastanza preoccupati e avevano reagito come può reagire ogni essere umano; con preoccupazione e timore. Perché non è mai piacevole essere minacciati.

Le minacce di morte non hanno effetto

Ma dopo un iniziale sconcerto e un iniziale stupore la reazione è stata forte. Peritore nonostante le minacce diventarono più pesanti, poiché erano stati recapitati un giorno presso la Omnia Srl dei segnali ben precisi, addirittura allusive minacce di morte. Infatti una mattina nel cortile dell'impresa già più volte citata: Omnia Srl di Licata, i due imprenditori trovarono dei proiettili inesplosi di un fucile calibro 12. I proiettili per la precisione erano due, accompagnati ognuno dà un messaggio dove era stata scritta la lettera dell'iniziale del nome di ognuno di loro due, cioè una V e una A. Quindi il significato era chiaro: un proiettile era destinato a Peritore e un proiettile era destinato a Incorvaia. Nonostante questo però i due uomini sono andati avanti facendo una chiara opposizione a queste minacce e chiedendo l'aiuto dei Carabinieri hanno perseguito la via della chiarezza senza paura.

Basta ai soprusi

L'operazione che ne è conseguita si è poi conclusa con l'arresto dei due ricattatori e con lunghi strascichi giudiziari dai quali però sia Peritore che Incorvaia sono usciti puliti e scagionati da qualunque responsabilità in merito ai presunti finanziamenti illeciti, corruzioni, minacce e quant'altro; a opera di persone che nulla avevano a che fare con Valerio Peritore e Angelo Incorvaia. La vicenda ha profondamente segnato i due imprenditori che hanno dovuto fare i conti anche con la cronaca. Ma ad oggi i nomi di questi due uomini possono essere associati tranquillamente alla parola “coraggio”. Il coraggio di dire basta a soprusi di questo genere.

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