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Attualità | 06 aprile 2020, 13:51

Nonostante lo stop causato dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, l’Istituto Almerini di Sanremo si dedica con impegno e dedizione a ‘fare scuola’ con video lezioni e compiti via chat

"Ringraziando la tecnologia e apprezzandone l’aiuto in questo momento così particolare, ci auguriamo tutti di tornare al più presto alla vita di tutti giorni"

Nonostante lo stop causato dall’emergenza sanitaria da Coronavirus, l’Istituto Almerini di Sanremo si dedica con impegno e dedizione a ‘fare scuola’ con video lezioni e compiti via chat

"L’idea di implementare e dedicarsi a smart teaching e smart learning è nata fin da subito, dalla dirigente scolastica Suor Elsa (insegnante di IV elementare) e dal vice-presidente Avv. Matteo Maggio, in collaborazione con le maestre Isabella, Laura, Simona, Angela e Sara. Tutto nuovo, certo, ma sicuramente stimolante e fattibile in un epoca in cui pc, smartphone, tablet ed una connessione internet sono ormai alla portata di tutti.

Ma quali sono le soluzioni ‘smart’ che sta utilizzando l’Istituto Almerini? A risponderci, le stesse maestre: Suor Elsa, promotrice dell’idea, esordisce elogiando tutte le maestre, che si sono attivate con così tanto impegno in questa nuova avventura, riuscendo, con uno sforzo lavorativo consistente, rispetto al normale, a portare avanti il programma, non lasciando nessuno indietro.

Tecnicamente, Sara ci spiega come organizzano il lavoro: 'Utilizziamo piattaforme come bSmart, da cui possiamo mandare videolezioni, fare lezioni online e ricevere dai bambini i compiti, e Learningapps,  dove carichiamo lezioni create con screencast o matic'. 'In queste piattaforme i bambini possono esercitarsi in tutte le materie con supporti multimediali, riuscendo così a lavorare non solo sui quaderni', ci spiega Laura.

Simona sottolinea l’importanza dell’applicazione Jitsi Meet: 'Jitsi ci consente di effettuare incontri giornalieri insegnante/bambini per leggere favole, fare disegni, scrivere pensieri, confrontare i propri stati d'animo e molto altro ancora'.

'Abbiamo colloqui frontali, più frequenti e personalizzati, con gli alunni in difficoltà sempre tramite l’applicazione Jitsi Meet', ci spiega Isabella.

Ed è la maestra Angela a raccontarci come, con la tecnologia, possano essere gestite anche le interrogazioni: 'Utilizzo l'applicazione Jitsi per poter interagire con la mia classe anche con lezioni in diretta! Ed ai nostri bambini non abbiamo fatto mancare nemmeno le interrogazioni!'.

Conclude Suor Elsa, sottolineando come essenziali siano stati anche i contributi dell’insegnante di sostegno, Katiuscia, dell’insegnante di inglese, Francesca, di musica, Sonia, e di educazione motoria, Mauro, che hanno contribuito a colmare le piattaforme anche con materiale riguardante i loro programmi e le loro materie.

Come hanno recepito, i bambini a casa, le nuove metodologie proposte? Avete avuto un buon riscontro dalle famiglie?

La risposta è unanime: i bambini seguono, lavorano. 'Hanno una padronanza della tecnologia incredibile', spiega Suor Elsa. 'Hanno bisogno di essere stimolati, motivati, e questo è stato il nostro obbiettivo dal primo giorno', ci dice Isabella. Simona spiega: 'Non metto ansia parlando di voti: cerco di trasmettere loro serenità, cercando di lasciare in loro il desiderio dell'attesa del prossimo incontro, che sarà sì virtuale, ma comunque ricco di emozioni. Angela, divertita, racconta: 'Sulle piattaforme, non manca nemmeno l’aula ricreazione, dove insieme agli alunni ci concediamo momenti simpatici per scambio di chiacchiere virtuali su quel che si è mangiato a merenda, gli hobby che si stanno coltivando nel tanto tempo libero, ecc… Proprio come durante l'intervallo a scuola'.

'Le famiglie hanno giocato un ruolo essenziale, non possiamo far altro che ringraziarle per la collaborazione', spiega Laura. Sara sottolinea il ruolo fondamentale che hanno avuto, proprio con le famiglie, soprattutto durante i primi giorni di chiusura delle scuole, strumenti come whatsapp e le e mail: 'ci hanno consentito di 'trascinare' all’interno di questo nuovo meccanismo anche i genitori meno tecnologici, per poi passare all’uso delle piattaforme in modo più consapevole'.

Quello che possiamo evincere da quanto raccontatoci dalle nostre maestre, è sicuramente che la didattica a distanza richiede tempi quotidiani di vicinanza ai bambini ed alle loro famiglie, anello di giunzione fondamentale in questo processo. Educare a distanza significa affiancare i bambini con un dialogo e una presenza costanti, giornaliere, ricercando con loro un feedback e dandone a loro volta.

Analizzando il punto di vista del bambino, sono evidenti due concetti fondamentali: gli alunni hanno dimostrato di avere molta più voglia di imparare cose nuove di quanto si pensi; la tecnologia ha raggiunto un ruolo fondamentale nella nostra vita, dando modo di 'accorciare' le distanze.

A conclusione di quanto detto, non possiamo non ricordarci, però, di come aspettarsi il mattino, al suono della campanella, salutarsi con sorrisi spesso assonnati, ricevere dalla maestra sguardi talvolta di comprensione, talvolta di rimprovero, condividere i momenti ricreativi con i compagni di classe, siano elementi fondamentali nella formazione psicologica di un bambino. Quindi, ringraziando la tecnologia e apprezzandone l’aiuto in questo momento così particolare, ci auguriamo tutti di tornare al più presto alla vita di tutti giorni".

C.S.

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