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In Breve

| 28 agosto 2015, 17:00

Ti scatterò una foto, brutto vandalo

Il potere deterrente di WhatsApp e delle città intelligenti.

Ti scatterò una foto, brutto vandalo

Sorridi, brutto vandalo, perché ti scatterò una foto. A te, alla spazzatura che abbandoni per strada, alle malaugurate scritte di vernice con cui imbratti muri e portoni, alle cose che spacchi e sfregi sul tuo perverso cammino. Poi manderò quella foto alla polizia municipale usando WhatsApp, sperando che i vigili urbani potranno intervenire con maggiore tempestività contro le tue cattive azioni. L’idea di combattere il vandalismo seriale anche tramite la popolarissima applicazione web giunge da Riva Ligure. Il sindaco, Giorgio Giuffra, ha lanciato il servizio “Vigili h24”, che sarà operativo da ottobre.

Basterà memorizzare un numero nella propria rubrica e si potranno inviare video, immagini o semplicemente un testo per segnalare comportamenti illeciti alla pubblica amministrazione. Certamente non sarà la bacchetta magica con cui risolvere tutti i problemi, come ha dichiarato lo stesso Giuffra, per diversi motivi. Un conto è fotografare un cumulo di rumenta sul marciapiede o una pensilina devastata, un altro conto è cogliere in flagrante chi sta rovinando l’arredo urbano della nostra città, magari di notte (e la stessa difficoltà vale per la polizia). Però la tecnologia è d’aiuto in diverse circostanze. Con WhatsApp potrebbe nascere una nuova comunità di cittadini giustamente un po’ spioni, pronti a catturare con il cellulare situazioni di degrado e darne scrupoloso quanto celere riscontro ai tutori dell’ordine pubblico. Quindi è il cittadino che diventa protagonista e si responsabilizza, esattamente come avviene nel campo dell’informazione con il “citizen journalism”, cioè il giornalismo partecipativo. Spesso è l’uomo della strada a trovarsi sul luogo per primo, a documentare quello che sta succedendo, sfruttando le tecnologie sempre più multimediali dei mezzi di comunicazione e i canali dei social network.

Allora le segnalazioni dei cittadini diventerebbero uno strumento in più, da incrociare con sistemi sempre più estesi di videosorveglianza e foto-trappole. A questo proposito, le innovazioni delle cosiddette “smart cities”, le città intelligenti, potrebbero fornire ulteriori spunti. Per esempio con i lampioni super efficienti, capaci non solo di regolare automaticamente la luminosità dei led, ma anche d’integrare molteplici funzioni e servizi, come reti Wi-Fi, telecamere di sicurezza e altri sensori (ad esempio quelli per misurare la concentrazione delle polveri sottili). Non è fantascienza, e ci sono fondi europei spendibili per progetti di questo tipo. Prevenzione e soluzioni deterrenti sono le armi più efficaci che possiamo utilizzare, per contrastare gli atti vandalici, insieme con una maggiore collaborazione tra cittadini, quelli civili almeno.

Luca Re

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