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Infermiere e salute | 20 novembre 2016, 06:30

Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Continua il nostro appuntamento mensile con la Dottoressa Irene Barbruni.

Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività, conosciuto anche come ADHD l’acronimo inglese del Attention Deficit Hyperactivity Disorder, rientra nei disturbi dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente. I sintomi principali sono la mancanza di capacità a mantenere l’attenzione in modo prolungato e l’iperattività. Nello specifico il sintomo dell’inattenzione si manifesta in diversi aspetti quali: difficoltà nell’ascolto dell’altro accompagnata da un’eccessiva distrazione, incapacità di portare a termine dei compiti (soprattutto quelli che richiedono una certa concentrazione), essere portati a dimenticare spesso anche ciò che si fa abitualmente, perdere frequentemente oggetti personali ed essere particolarmente distratti da stimoli esterni e non rilevanti rispetto ad un compito che si sta svolgendo. Invece il sintomo dell’iperattività riguarda tutti gli aspetti comportamentali quali: irrequietezza, incapacità a stare seduti e fermi, difficoltà ad aspettare il proprio turno sia durante un momento ludico che durante una conversazione.

I sintomi devono comparire entro i dodici anni di età, devono persistere per almeno 6 mesi e devono riguardare più ambiti della vita del bambino (quindi non essere circoscritti per esempio solo all’ambito scolastico). Dai dati statistici sappiamo che è un tipo di patologia che si riscontra più frequentemente nei maschi e negli ultimi anni si è osservato un aumento dei casi diagnosticati.

Una valutazione diagnostica completa dovrebbe comprendere, oltre alla somministrazione di test specifici, un approfondimento cognitivo ed emotivo. Infatti, è importante valutare se dietro a comportamenti che possono far pensare all’ADHD ci sia per esempio un disturbo d’ansia oppure un disturbo specifico dell’apprendimento anche se le due patologie possono essere anche associate e spesso lo sono.

Quindi la diagnosi richiede competenze specifiche e il trattamento deve comprendere interventi differenti (psicologo, psichiatra infantile, pediatra) soprattutto se, come spesso accade, all’ADHD si associano difficoltà cognitive e difficoltà sul piano psicologico. Proprio dal punto di vista psicologico si osserva nel bambino con ADHD un quadro caratterizzato da una bassa autostima, difficoltà a relazionarsi e presenza di atteggiamenti provocatori che suscitano il rifiuto degli altri e quindi il conseguente isolamento del soggetto.

 

                                                                       Dottoressa Irene Barbruni

 

 

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