Non è pensare che in Liguria il cristianesimo, definito da Plinio una "superstitio prava et immodica", al pari dell'ebraismo dalla cui costola la nuova religione si era staccata, abbia soltanto dovuto fronteggiare e combattere i vecchi culti pagani di origine greca e latina. A partire dal II secolo, infatti, si era diffusa in tutto l'impero romano un nuovo culto sostenuto dallo stesso Stato. In quel periodo i Goti tornavano ad invadere la Dacia, la Macedonia e l'Asia Minore. Corsari sassoni apparivano dal mare a saccheggiare e rapinare le coste della Gallia, della Liguria e della Britannia.
Disordini e rivolte attraversavano l'Africa romana. L'Armenia e la Siria stavano per diventare preda dei persiani che premevano ad Oriente. Fin dall'epoca di Marco Aurelio ci si attestava alle frontiere per fermare i germani, di accoglierne alcuni in Italia e distribuirli come coloni sulle terre al di qua dei confini. L'esercito era ormai costituito in prevalenza da barbari. Attaccato da tutte le parti, l'impero romano non era più in grado di far rispettare la propria autorità. Essendo praticamente esautorato,i Senato, dal quale poteva derivare il potere imperiale, si ritenne di far risalire la legittimità di esso dal volere di un dio. L'imperatore Aureliano (270-275) tra le varie divinità importate dall'Oriente (Astarte dalla Siria, Cibele dall'Asia Minore, Iside dall'Egitto e altre ancora) scelse una personificazione del Sole, il dio Mitra, di origine iranica, e, ripudiati i "misteri" greci, e le pratiche magiche connesse a credenze astrologiche di origine assiro-babilonese, proclamò ufficialmente la religione del Sol Invictus, identificata nel 25 dicembre (data di celebrazione che passò al cristianesimo).
Aureliano aveva bisogno di affidarsi ad un principio mistico, che giustificasse l'origine divina del monarca (come in Persia, dove tale misticismo pervaderà anche la cultura islamica locale dopo la caduta dei Sassanidi, rendendola autonoma dall'arabismo). Condizione, quella scelta da Aureliano, per ritrovare una ragione di fiducia per Roma. Il Liguria, peraltro, il mitraismo non ebbe molta fortuna, salvo qualche eccellente conversione, soprattutto a Ponente, dove Aureliano trovò consiglieri di alto rango e virtù, come funzionari imperiali ligi alle direttive ricevute, oltre che uomini di grande valore che in Aureliano vedevano un nuovo Augusto. In un certo senso la Liguria trovò beneficio da ciò. Tuttavia, nella maggioranza, i liguri non simpatizzarono troppo per il culto del Sol Invictus. di cui si coglievano elementi autoritari e orientalizzanti, non in sintonia con la mentalità greco-latina. Tracce di rito mitraico sono state scoperte a Santa Margherita Ligure e anche a Ponente, mentre il cristianesimo raccoglieva maggior consenso. E' noto in ogni caso che i liguri, dopo l'uccisione di Publio Elio Pertinace, non credessero più nella grandezza morale di Roma, tanto che il cristianesimo trovò tra di loro un terreno fertile, sia per la crescente sfiducia nei valori romani e sia per l'istintivo individualismo di gente abituata da secoli a contare sulle proprie forze.
I liguri del tempo non si lasciarono coinvolgere dal senso di frustrazione storica che toccava l'impero. Il cristianesimo fiorì in molte località, da Albenga a Ventimiglia, alla vicina Gallia. Speciale consigliere e pretoriano di Aureliano sembra che fosse un ligure della zona diegli Orti Porciani (oggi Taggia e dintorni), caduto in disgrazia per povertà e poi riscattato dall'arena.
