ELEZIONI COMUNE DI SANREMO
 / 

In Breve

| 20 aprile 2015, 17:00

Mare monstrum

Annullato il lancio della campagna elettorale in Liguria all’Ariston di Sanremo, Matteo Renzi ha dovuto fronteggiare l'emergenza del tragico naufragio di migranti nelle acque siciliane.

Mare monstrum

La politica locale è giustamente evaporata di fronte a una tragedia troppo grande da essere discussa in un teatro. Annullato il lancio della campagna elettorale in Liguria all’Ariston di Sanremo, Matteo Renzi è corso a tutta velocità a Palazzo Chigi. La domenica si annunciava molto diversa: sostenere la candidatura di Raffaella Paita alle regionali, rassicurare cittadini e amministratori sull’uscita dalla crisi economica, sui fondi stanziati per le scuole e altre bazzecole del genere. Invece gli è toccato un copione realmente drammatico, con l’ecatombe di centinaia di migranti nelle acque siciliane.

Settecento, o novecentocinquanta, o qualsiasi altra cifra, fa poca differenza: è il maggior numero di morti in un singolo naufragio di una carretta del mare. L’ennesimo barcone talmente carico di essere umani disperati, da capovolgersi appena si sono spostati tutti insieme verso il mercantile portoghese King Jacob, che prestava i primi soccorsi. Soltanto la disperazione atavica può spingere migliaia, milioni di persone a scappare da paesi frantumati da guerre, fanatismi religiosi, povertà assoluta. Sono le migrazioni del terzo millennio, facile e danarosa preda per le organizzazioni criminali che trafficano in uomini, donne e bambini la cui unica speranza, flebile ma inattaccabile, è una nuova e contorta ideologia del viaggio. Non possono rimanere nelle proprie case, né sopravvivere nei campi profughi, né pensare a un futuro di seppur minima prosperità nelle terre di provenienza. L’unica possibilità è camminare, e camminare ancora, e diventare schiavi di una traversata infernale. L’Europa è un continente così egoista, vecchio e disorientato da aver trasformato il Mediterraneo in un abisso di divisioni. Lontano anni luce dalle favole su un mare aperto, naturalmente predisposto all’incontro di popoli e culture diverse.

Ha detto bene Renzi: la risposta deve essere europea. L’Italia finora ha fronteggiato in solitudine, o quasi, l’emergenza. Il pattugliamento costiero non è l’unica soluzione. Neppure i soccorsi in mare. Tantomeno un blocco navale. Perché dopo non puoi mica lasciarli lì a morire, guardandoli annegare dai parapetti delle tue fulgide motovedette. E allora? Prevenzione. Arrestare gli scafisti e presidiare i porti di partenza. Ancorare i profughi al loro destino in Africa, senza farli imbarcare. Intanto bisogna accogliere quelli che arrivano, però non solo a Lampedusa. Bruxelles dovrà inventarsi prestissimo una politica comune per l’immigrazione, fondata sulla condivisione delle responsabilità e delle spese.

La parte più difficile è proprio questa. Vero Germania, Francia, Olanda, Svezia, Polonia, insomma voi tutti 28 Stati membri? Adesso o mai più, perché gli altri barconi sono già pronti a salpare, mentre razzisti, xenofobi e politici avventurieri a caccia di voti continuano a blaterare le loro ricette semplicemente disumane, del tipo “affondiamoli”.

Luca Re

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium