Non è arrivata questo pomeriggio la sentenza nel processo a carico del 26enne di origini straniere accusato di aver abusato per anni della cugina, a partire da quando la giovane aveva appena otto o nove anni. L’udienza, molto attesa perché indicata come l’ultima disponibile prima del trasferimento del pubblico ministero Salvatore Salemi, si è conclusa con un rinvio: la decisione verrà emessa il 20 gennaio alle 9.
La giornata ha comunque rappresentato un passaggio cruciale del procedimento, iniziato dopo la denuncia presentata dai genitori della ragazza. La vicenda emerse quando, all’età di 16 anni, la giovane tentò il suicidio e trovò il coraggio di raccontare quanto sarebbe accaduto per anni all’interno del nucleo familiare. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Salemi e svolte dai Carabinieri, hanno portato alla formulazione di accuse molto gravi.
Imputato presente in aula, chiesta una condanna a 7 anni e 6 mesi. Per la prima volta dall’inizio del processo, l’imputato si è presentato in aula, assistendo alla discussione delle parti. Il pubblico ministero ha ribadito le proprie conclusioni, chiedendo una condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione.
L’avvocato Mario Taddei, che rappresenta la famiglia della giovane, nei giorni scorsi aveva ricordato come l’istruttoria fosse ormai conclusa: “Abbiamo sentito tutti i testimoni, ad eccezione dell’imputato che non si è mai presentato in aula. L’attività istruttoria è stata completata”, aveva spiegato.
L’imputazione contestata riguarda abusi sessuali continuati su una minore di 14 anni e, in parte del periodo successivo, su una minore di 18 anni. Secondo quanto ricostruito in aula, i fatti sarebbero iniziati quando la vittima aveva circa otto anni e sarebbero proseguiti fino ai quindici, quando poi è emersa la verità.
Sentenza il 20 gennaio. Nonostante l’attesa per una decisione già nella giornata odierna, il giudice ha scelto di riservarsi e ha fissato la lettura della sentenza per il 20 gennaio alle ore 9.














