Dopo quello del plesso scolastico di via Volta, viene alla luce anche il caso di Villa Vigo, la scuola per l’infanzia di via Zefiro Massa a Sanremo. Tema del contendere è nuovamente la quarantena ‘retroattiva’ per gli alunni del plesso. Cosa è successo? I bambini hanno terminato la scuola il 31 marzo, in concomitanza con il via delle vacanze pasquali ma, la comunicazione ufficiale sarebbe arrivata il 4 aprile, ovvero nella giornata di Pasqua se non per una solerte rappresentante di classe che ha avvertito il giorno prima.
“In questo modo – ci hanno detto alcuni genitori inviperiti – abbiamo forse sventato una strage di persone anziane visto che, molti bambini avrebbero trascorso la Pasqua dai nonni, come consentito dalle normative, e quindi se fossero stati positivi avrebbero potuto contagiare i parenti. Nella comunicazione dell’Asl, infatti, c’era chiaramente scritto che i bambini erano in quarantena dal 31, vista la positività di tre docenti, che hanno riscontrato alcuni sintomi il 1° aprile. Eppure i nostri figli, non sapendo nulla, hanno avuto contatti anche nei tre giorni precedenti la Pasqua”.
Il problema sollevato dai genitori, quindi, riguarda proprio la comunicazione: “In piena era tecnologica e digitale, ci sembra assurdo che non ci siano comunicazioni rapide, utilizzando i sistemi più veloci. Secondo noi, infatti, una volta che i docenti hanno riscontrato i primi sintomi, dovevamo essere avvisati e soprattutto messi in quarantena per evitare contatti con altre persone. Tra l’altro una situazione analoga è accaduta quest’inverno, quando vennero messe in quarantena quattro sezioni su cinque, senza chiudere tutto l’istituto con molti più positivi del caso odierno quando, con tre docenti positivi si chiude tutto”.
I genitori, tra l’altro, sono arrivati alla lamentela a mezzo stampa, dopo diverse richieste alla dirigenza, per le quali non sono stati ascoltati: “Abbiamo mandato i bambini a scuola a inizio anno, dopo una riunione nella quale ci era stato detto che sarebbero stati creati percorsi per ogni singola classe, senza contatti tra le stesse. Tutto questo non è avvenuto, così come le insegnanti che girano tra le classi e la mensa dove accedono tutti i bambini insieme, senza che ce ne sia stata data comunicazione”.
Da sottolineare come Asl 1, ovviamente, applichi quelli che sono i protocolli previsti a livello nazionale. Ovvero che la durata della quarantena è di 14 giorni dall’ultimo giorno di contatto con il caso. La quarantena coinvolge tutti i contatti del caso, non solo i contatti stretti, pertanto vanno in quarantena anche docenti e operatori scolastici contatti del caso. Gli alunni e il personale scolastico devono sostenere un tampone molecolare a inizio quarantena e potranno rientrare solo dopo l’esecuzione di un secondo tampone molecolare con esito negativo eseguito non prima del 14° giorno di quarantena.
In tutte le situazioni, gli alunni e il personale scolastico non devono interrompere la quarantena al decimo giorno o con esecuzione di un test rapido. Se insorgono sintomi durante il periodo di quarantena, gli alunni e il personale scolastico devono darne immediata comunicazione al medico curante e alla scuola ed eseguire tempestivamente un tampone molecolare. I contatti scolastici devono osservare rigorosamente, nella settimana successiva al termine della quarantena, le misure di distanziamento fisico, indossare la mascherina e in caso di comparsa di sintomi isolarsi e contattare immediatamente il medico curante.
Villa Vigo, lo ricordiamo, è una struttura pubblica con all’interno un centinaio di alunni e dipende, sul piano dirigenziale, dall’istituto scolastico di via Volta. I genitori dei bambini di Villa Vigo, che dopo l’accaduto si stanno domandando se riportare i bambini in classe dal 14 aprile, vogliono urlare le loro perplessità: “Abbiamo rischiato, sempre che i bambini siano stati contagiati – terminano – di trasmettere il virus a tutte le nostre famiglie in occasione dei pranzi pasquali. E se al sabato non fosse arrivato il messaggio, attendendo la mail dell’Asl avremmo potuto fare una strage. Chiediamo maggiore responsabilità e comunicazione in futuro”.