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Attualità | 09 aprile 2021, 07:14

Sanremo: dopo via Volta anche a Villa Vigo emerge un caso di quarantena ‘retroattiva’

La comunicazione della quarantena è arrivata il 4 ma era in vigore dal 31

La scuola di Villa Vigo

La scuola di Villa Vigo

Dopo quello del plesso scolastico di via Volta, viene alla luce anche il caso di Villa Vigo, la scuola per l’infanzia di via Zefiro Massa a Sanremo. Tema del contendere è nuovamente la quarantena ‘retroattiva’ per gli alunni del plesso. Cosa è successo? I bambini hanno terminato la scuola il 31 marzo, in concomitanza con il via delle vacanze pasquali ma, la comunicazione ufficiale sarebbe arrivata il 4 aprile, ovvero nella giornata di Pasqua se non per una solerte rappresentante di classe che ha avvertito il giorno prima.

In questo modo – ci hanno detto alcuni genitori inviperiti – abbiamo forse sventato una strage di persone anziane visto che, molti bambini avrebbero trascorso la Pasqua dai nonni, come consentito dalle normative, e quindi se fossero stati positivi avrebbero potuto contagiare i parenti. Nella comunicazione dell’Asl, infatti, c’era chiaramente scritto che i bambini erano in quarantena dal 31, vista la positività di tre docenti, che hanno riscontrato alcuni sintomi il 1° aprile. Eppure i nostri figli, non sapendo nulla, hanno avuto contatti anche nei tre giorni precedenti la Pasqua”.

Il problema sollevato dai genitori, quindi, riguarda proprio la comunicazione: “In piena era tecnologica e digitale, ci sembra assurdo che non ci siano comunicazioni rapide, utilizzando i sistemi più veloci. Secondo noi, infatti, una volta che i docenti hanno riscontrato i primi sintomi, dovevamo essere avvisati e soprattutto messi in quarantena per evitare contatti con altre persone. Tra l’altro una situazione analoga è accaduta quest’inverno, quando vennero messe in quarantena quattro sezioni su cinque, senza chiudere tutto l’istituto con molti più positivi del caso odierno quando, con tre docenti positivi si chiude tutto”. 

I genitori, tra l’altro, sono arrivati alla lamentela a mezzo stampa, dopo diverse richieste alla dirigenza, per le quali non sono stati ascoltati: “Abbiamo mandato i bambini a scuola a inizio anno, dopo una riunione nella quale ci era stato detto che sarebbero stati creati percorsi per ogni singola classe, senza contatti tra le stesse. Tutto questo non è avvenuto, così come le insegnanti che girano tra le classi e la mensa dove accedono tutti i bambini insieme, senza che ce ne sia stata data comunicazione”.

Da sottolineare come Asl 1, ovviamente, applichi quelli che sono i protocolli previsti a livello nazionale. Ovvero che la durata della quarantena è di 14 giorni dall’ultimo giorno di contatto con il caso. La quarantena coinvolge tutti i contatti del caso, non solo i contatti stretti, pertanto vanno in quarantena anche docenti e operatori scolastici contatti del caso. Gli alunni e il personale scolastico devono sostenere un tampone molecolare a inizio quarantena e potranno rientrare solo dopo l’esecuzione di un secondo tampone molecolare con esito negativo eseguito non prima del 14° giorno di quarantena.

In tutte le situazioni, gli alunni e il personale scolastico non devono interrompere la quarantena al decimo giorno o con esecuzione di un test rapido. Se insorgono sintomi durante il periodo di quarantena, gli alunni e il personale scolastico devono darne immediata comunicazione al medico curante e alla scuola ed eseguire tempestivamente un tampone molecolare. I contatti scolastici devono osservare rigorosamente, nella settimana successiva al termine della quarantena, le misure di distanziamento fisico, indossare la mascherina e in caso di comparsa di sintomi isolarsi e contattare immediatamente il medico curante.

Villa Vigo, lo ricordiamo, è una struttura pubblica con all’interno un centinaio di alunni e dipende, sul piano dirigenziale, dall’istituto scolastico di via Volta. I genitori dei bambini di Villa Vigo, che dopo l’accaduto si stanno domandando se riportare i bambini in classe dal 14 aprile, vogliono urlare le loro perplessità: “Abbiamo rischiato, sempre che i bambini siano stati contagiati – terminano – di trasmettere il virus a tutte le nostre famiglie in occasione dei pranzi pasquali. E se al sabato non fosse arrivato il messaggio, attendendo la mail dell’Asl avremmo potuto fare una strage. Chiediamo maggiore responsabilità e comunicazione in futuro”.

Carlo Alessi

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