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| 14 ottobre 2018, 10:00

Vita da mamma: cenare al ristorante, prima e dopo i figli. Trova le differenze

Tutti fans di “Quattro ristoranti” nessuno che abbia pensato al format: “Quattro minuti al ristorante con i miei figli e poi ne riparliamo”.

Vita da mamma: cenare al ristorante, prima e dopo i figli. Trova le differenze

Vi ricordate quando andare a cena al ristorante era un piacere? Un appuntamento romantico, una cena con le amiche, una festa: relax, un bicchiere di vino e tanti discorsi, soprattutto gossip.

Quando si diventa mamme e si decide di pranzare o cenare al ristorante, la situazione cambia radicalmente: il vino diventa biberon, e il gossip lascia il posto ai consigli non condivisi sulla dentizione. In poco tempo la serata da film rosa anni '80 assume toni più simili a “Il trono di spade”.

Mamme e bambini al ristorante possono rappresentare, a livello personale, un binomio inquietante, che passa attraverso fasi ben precise.

FASE 1: Nei primi mesi da mamma, soprattutto del primo figlio, orgogliose di mostrare al mondo intero la creatura, arrivano fiere al ristorante con il loro ovetto della Stokke. Nel 90% dei casi, dopo che il bebè avrà fatto il pieno di complimenti dai vicini di tavolo, attaccherà un pianto simile ad una fanfara, nel momento stesso in cui i vostri gnocchi al Raschera, che bramavate da quando eravate incinte, arriveranno a tavola. La mamma presa dal panico procederà come segue: bambino in braccio, ninna nanna, esposizione sul tavolo di ogni cosa che è nella sua borsa. Nell'ordine: una scatola con la pappa, l'acqua, il gioco per la dentizione, il biscottino Plasmon, il ciuccio. Non ci sarà niente da fare fino a quando non pagherete e uscirete.

FASE 2: il o i bambini sono cresciuti. Sono capaci di mangiare da soli, di alzarsi e scendere e andare al bagno. Prima di uscire di casa la vostra frase è stata: “Una sola cosa vi chiedo, una sola: non ci si alza da tavola fino a quando non avete finito”. Così le faine, che conoscono la legge ma solo per aggirarla, non si alzeranno da tavola, no. Ma faranno di tutto per far alzare voi. Ecco le frasi più ricorrenti: 'mamma mi tagli la pizza?', 'mamma mi dai l'acqua', 'mamma mi scappa la pipì' ' mamma ho mal di pancia'. Loro sanno come fare e sanno anche quando farlo: nel momento esatto in cui proverete ad intavolare un discorso con chiunque abbia più di tre anni. Nessuna di queste conversazioni giungerà al termine.

Possibili soluzioni:

'I genitori da tablet', che contrari all'uso degli stessi a casa, al ristorante ne diventano i principali pusher, proponendoli ai figli come farebbe il migliore dei rappresentanti.

'I genitori naturisti e contro le tecnologie', quelli che sembra non perdano mai la pazienza. Alla ventesima interruzione e al secondo piatto portato via intonso dal cameriere, si alzano, allargano le braccia e dicono 'lasciate che i pargoli vadano dove vogliono' (ma non era diversa quella che disse lui, quello famoso)?

I ristoranti “kids friendly” sono sempre di più. Alcuni solo di nome, altri di fatto. Tra i vari ristoranti che hanno un occhio di riguardo per i bimbi, credo che la soluzione migliore sia offerta da quelli con spazi a disposizione, meglio se delineati da perimetro (perché dire recinto in effetto suona male), dove i bambini possano giocare liberamente, guardati a vista. Tra questi a Santo Stefano un ottimo riscontro lo fornisce la Baia Azzurra. Il ristorante è direttamente sulla spiaggia. In estate come in inverno i bambini presi dall'ebrezza e dalinuti liberi per finire il pranzo e talvolta anche il lusso di ordinare un dolce o un digestivo. Il tutto sempre osservando i ragazzi.

Al ritorno è consigliabile farli spogliare prima di varcare la porta perché con la quantità di sabbia che avranno incorporato, sarebbero in grado di creare in casa vostra un nuovo atollo.

Conclusione: tutti fans di “Quattro ristoranti” nessuno che abbia pensato a: “quattro minuti al ristorante con i miei figli e poi ne riparliamo”.

una Mamma

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