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In Breve

DALL'ALBUM DI ALFREDO | 22 settembre 2010, 07:11

Dall'album di Alfredo: ecco i 60 anni del 'Festival della Moda'

Dopo una forzata pausa dovuta a questioni tecniche, più lunga di quanto avremmo voluto, riprendiamo le pubblicazioni delle immagini tratte dall’Archivio Moreschi, edite nella rubrica “L’album di Alfredo” che potrete gustare con la nuova veste grafica di Sanremonews.

Dall'album di Alfredo: ecco i 60 anni del 'Festival della Moda'

Cominciamo col ribattere un avvenimento già apparso nel mese di settembre dell’anno scorso, relativo ad una grandiosa manifestazione, il famoso Festival della moda maschile, che si svolse a Sanremo per oltre venti anni a partire dal 1952. Il motivo di questa ripetizione è dovuta al fatto che io e Alfredo, proprio per l’articolo pubblicato lo scorso anno, siamo stati contattati da una cortese e gentile dirigente del Ministero dei Beni Culturali che ci ha invitato a portare la testimonianza di quel festival all’interno di un Convegno dedicato alla sartoria campana, che si terrà la prossima settimana ad Ischia e Capri, come si può vedere dal depliant della manifestazione allegato.

Nel minuzioso lavoro di ricerca svolto dal Ministero in preparazione del convegno moltissime tracce portavano alla città di Sanremo ed al suo Festival della moda maschile. I migliori sarti, non solo quelli campani, ma provenienti da tutte le diverse regioni, avevano partecipato e ne serbavano un ricordo bello e importante. Quel Festival non ha segnato infatti soltanto la nascita del Made in Italy proposto all’uomo elegante, ma è stato anche il trampolino di lancio per numerosi intraprendenti sarti italiani, diventati successivamente famosi in campo nazionale ed oltreconfine. Sino ad allora in ogni regione esisteva una tradizione sartoriale locale, con occhio attento ai modelli francesi ed inglesi. Mentre la moda femminile viaggiava con il vento in poppa quella maschile era sottovalutata, se non del tutto trascurata, anche dai giornalisti. Michelangelo Testa, direttore della storica rivista Arbiter, fu l’ideatore e  l’organizzatore di questa prestigiosa manifestazione, che all’inizio subì molte critiche e, in particolare,  l’ironia per l’invenzione della figura di indossatore al punto che molte località turistiche si rifiutarono di ospitarla.

Sanremo dimostrò coraggio e intraprendenza, soprattutto per la lungimiranza e la tenacia di Adriano Morosetti, allora Assessore al Turismo. Parlando con gli organizzatori del Convegno abbiamo avvertito il loro grande stupore per il fatto che di quel festival e della sua importanza non esistesse alcuna traccia al Casinò. Nessun libro, nessun album fotografico, nessuna faldone, niente di niente di un Festival che per importanza e presenze ha retto bene il confronto con quello della canzone nato l’anno precedente. Non era quindi una manifestazione di seconda serie, ma di grande rilevanza nazionale e internazionale. La Dirigente del Ministero dei Beni Culturali ha incontrato l’Assessore al Turismo, Pino Di Meco che ha accolto con entusiasmo l’invito a partecipare al convegno. Il comune di Sanremo ha contribuito alla realizzazione del convegno promuovendo una intervista video ad Alfredo, testimone straordinario di quell’avventura festivaliera. Un contributo video, realizzato con grande professionalità da Roberto pecchinino e che è stato inserito nei documenti che saranno presentati a Ischia. Nel suo intervento registrato con la consueta calma e precisione  Alfredo racconta la sua partecipazione come fotografo professionista ai diversi momenti della manifestazione mostrando alcune delle migliaia di foto scattate a Sanremo e negli atelier dei sarti liguri presso i quali era incaricato da Arbiter di documentare le creazioni destinate alla passerella del Giardino d’inverno.

Partendo dalle foto dell’archivio insieme abbiamo raccolto i materiali di una storia bellissima che ha coinvolto centinaia di persone ed ha segnato la storia della moda italiana. Un festival di cui il prossimo anno ricorre il 60° anniversario della nascita e del quale sono stato invitato a relazionare sulla evoluzione. Un compito difficile, ma reso interessante e agevole grazie all’aiuto di Alfredo. Grazie a questa iniziativa del Ministero dei Beni culturali si potranno ammirare le foto di Alfredo con i protagonisti della manifestazione e vedere i filmati in bianco e nero che ne raccontano la storia e trovare conferma dell’importanza non solo nazionale, ma internazionale di questo evento. Scopriremo che l’uomo raffinato negli anni cinquanta portava l’ombrello anche se non pioveva ed ascolteremo i commenti salaci ed ironici dei commentatori rivolti agli indossatori, che noncuranti delle critiche sfilano con grazia e disinvoltura.

I resoconti dei giornali sono sempre originali e di grande richiamo. Il festival cambia con l’arrivo della televisione, lancia nuove mode, nuovi colori e l’intera gamma di accessori. Un festival che si intreccia con la storia del costume. A partire dall’edizione del 1963 l’auto condizionerà la moda perché come diceva un cronista “ gli uomini passano più tempo in macchina che dietro la scrivania ed hanno bisogno di abiti più comodi”.




In quegli anni la moda giovane richiedeva abiti più sportivi e tinte più chiare e il festival terminava con galà internazionali perché  sarti italiani erano riconosciuti come i migliori al mondo. I colori scuri, definiti da funerale, venivano gradatamente mandati in soffitta e nel 1964 fa la sua comparsa il colore Maremma, con una grande varietà di toni dal giallo al verde.Per dimostrarne la facilità di accostamento del nuovo colore gli indossatori sulla passerella hanno dato vita ad uno originalissimo scambio delle giacche.

Sempre nello stesso anno fa la sua apparizione la sciarpa da collo dello stesso colore del cappotto come accessorio elegante. Si manifesta in tutta la sua importanza il mercato degli accessori che insieme alla sartoria caratterizzerà tutte le future edizioni del festival. Poi tutto inspiegabilmente finirà.

In anni più recenti si terranno altre edizioni a colori presso il teatro Ariston, ma il nostro compito termina qui.

Domenica partiamo per Ischia. 

Claudio Porchia

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