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In Breve

| 26 settembre 2009, 06:31

Sanremo: Piacentini presenta il nuovo piano regolatore

Sanremo: Piacentini presenta il nuovo piano regolatore

Questa settimana pubblichiamo delle immagini particolari, non foto raffiguranti persone, fatti o paesaggi, ma disegni. Sono stati realizzati da un famoso architetto e urbanista italiano, Marcello Piacentini, autore di numerosi interventi urbanistici in diverse località italiane, utilizzando uno stile originale, anche se fortemente influenzato dall’epoca, in particolare dalla ricerca della monumentalità.

 

Dopo i primi successi giovanili, Piacentini ha operato anche nella nostra regione contribuendo alla realizzazione di ville e abitazioni private ed alla definizione dei piani regolatori di importanti città, fra cui Genova, Portofino e Sanremo. Le tavole riprodotte e conservate nell’Archivio Moreschi illustrano alcune delle idee guida da lui proposte nel 1933 per la città dei fiori, seguendo i principi dell’architettura razionalista italiana. Il tutto con la premessa dello spostamento della linea ferroviaria, oggi fortunatamente realizzato, e con l’agevolazione per Sanremo di essere “Opera del regime” e quindi autorizzata ad ottenere un rapido riassetto urbanistico. Nei disegni trovano applicazione le idee dell’architetto, che:

• lascia in centro solamente manufatti con funzioni commerciali e amministrative, indicando in un nuovo palazzo da costruire in piazza Colombo la sede dell’amministrazione comunale (disegno n.1);

• attua un diradamento delle strade per esaltare gli edifici più importanti (disegno n.2);

• disegna una città con la previsione di poche auto, parcheggi decentrati e grandi spazi pedonali(disegno n.3);

• ipotizza un imbarcadero da realizzare davanti al Casinò per consentire l’accesso diretto dal mare(disegno n.4);

• propone lo sventramento brutale di una parte della Pigna con l’obiettivo di una sua valorizzazione mediante due scalinate di collegamento con la Madonna della Costa(disegno n.5);

• tenta uno sviluppo della città a macchia d'olio, prevedendo un attraversamento pedonale della città da nord a sud intrecciato a due strade pedonali lungo l’attuale corso Imperatrice. (disegno n.6);

• propone infine una nuova sede per il mercato annonario (disegno n.7) e la ristrutturazione del mercato dei fiori(disegno n.8).

 

Appaiono idee fuori dal tempo ed in parte non più realizzabili, ma da cui emergono aspetti ancora interessanti, se ,ancora nella recente campagna elettorale, nel programma di un candidato sindaco si è fatto esplicito riferimento a parti della sua proposta. Sono tavole architettoniche che comunque testimoniano un livello del dibattito decisamente superiore all’attuale, da cui si è defilato Renzo Piano e nel quale, fortunatamente, non si è proposto Fuskas con le sue torri.

Oggi nessuno avrebbe il coraggio di proporre soluzioni così drastiche e discutibili. Borea ci ha provato, ma la sua maggioranza debole e ballerina lo ha attardato nella discussione sullo spostamento dei parcheggi da un lato all’altro della strada o dell’inversione dei sensi unici. Una discussione questa che impegna anche la nuova amministrazione.

 

Ma i disegni di Piacentini portano con sé anche un alone di mistero: pare sia stato commissionato da Agosti e che successivamente Guidi ne abbia applicati solo la parte ritenuta realizzabile, e cioè gli sventramenti di Corso imperatrice e via Nino Bixio, la creazione della spianata accanto a Santa Tecla che, nelle intenzioni di Piacentini rappresentava la partenza del cannocchiale panoramico collegato allo sventramento della Pigna per arrivare fino al santuario della Madonna della Costa. In attesa del contributo dei lettori per ricostruire la storia di questo piano regolatore, pubblichiamo le proposte di Piacentini perchè, ancorché anacronistiche e irrealizzabili, possono alimentare la fantasia di chi pensa sia necessario progettare una nuova città, una città senza auto,con il primato della mobilità pedonale, ciclabile e dei mezzi pubblici.

 

Una Sanremo dove realizzare un’esperienza urbana nuova, non costruendo più parcheggi, ma creando più alternative all'auto privata, investendo nel verde e negli spazi pubblici il denaro e lo spazio risparmiati dalla mancata costruzione di parcheggi e di posti auto: perché nei luoghi liberi dalle auto si vive meglio.

Claudio Porchia

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