Figlio (doppiamente!) e nipote d’arte, Federico Dito, 21 anni, esterno destro alto del Sanremo 2000, è cresciuto respirando calcio fin da bambino. Una passione di famiglia: il padre Carlo ha vestito le maglie di Don Bosco Vallecrosia, Bordighera, Sant’Ampelio, San Biagio, Camporosso, Santo Stefano e persino della Sbm di Monaco, arrivando anche a giocare nella nazionale del Principato di Monaco. La mamma Carmelina (Lina) ha invece militato nella Matuziana, storica società femminile di Sanremo. Senza dimenticare lo zio Domenico Serpilli, fratello di Lina, con un lunghissimo passato da calciatore tra Argentina, Cervese, San Lorenzo e Santo Stefano, seguito da una carriera altrettanto importante da allenatore, soprattutto proprio al Santo Stefano.
«Ho visto giocare mio padre – racconta Federico – ma quando aveva smesso, non in partite di campionato. Non ho mai visto invece giocare mia madre. Quando ero piccolo parlavano spesso di calcio e mi sono appassionato guardandolo e, ovviamente, giocandolo». Nonostante la giovane età, il percorso calcistico di Dito è già ricco di esperienze: «Ho iniziato a giocare a cinque anni a Camporosso. Poi ho proseguito nel Vallecrosia, Ospedaletti, Ventimiglia e infine nell’Argentina, arrivando in prima squadra in Promozione». Quest’anno l’approdo al Sanremo 2000, dove Federico ha ritrovato lo zio Domenico in panchina e il papà Carlo nel ruolo di direttore sportivo. «I rapporti sono assolutamente come per tutti gli altri giocatori. Nessuno sconto. Anzi, a volte con me sono anche più severi», sottolinea sorridendo.
Fuori dal campo Federico lavora come riparatore di ascensori, ma il calcio resta una priorità: «Punto sempre più in alto possibile, compatibilmente con il lavoro». Nel tempo libero spazio anche ad altri interessi: «Ogni tanto gioco a padel, mi piace uscire con gli amici e ascolto sempre tanta musica prima delle partite. Tutta tranne la techno».
Nella foto: Federico Dito













