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Cronaca | 21 dicembre 2025, 17:50

Bracconaggio tra Bajardo e Berzi: il plauso alla Polizia Provinciale e le gravi criticità della vigilanza regionale

"A rendere il quadro ancora più inquietante è il fatto che tali abbattimenti siano incentivati da compensi economici per ogni animale ucciso "

Bracconaggio tra Bajardo e Berzi: il plauso alla Polizia Provinciale e le gravi criticità della vigilanza regionale

Il ritrovamento di lacci posizionati da bracconieri tra Bajardo e Berzi per la cattura di caprioli, riporta un episodio che merita attenzione e riflessione. La segnalazione, effettuata da un biker agli agenti della Polizia Provinciale, ha consentito un intervento tempestivo che ha portato alla rimozione immediata dei lacci, evitando ulteriori sofferenze agli animali selvatici e potenziali pericoli per chi frequenta quei territori.

"Desidero esprimere - ha detto Giuseppe Gandolfo Presidente di Accademia Kronos - un sincero plauso agli agenti della Polizia Provinciale per la professionalità e la prontezza dimostrate, intervenendo nonostante le recenti normative regionali abbiano di fatto limitato o escluso le loro competenze in materia di controllo faunistico. Un intervento che dimostra come il senso del dovere e la tutela del territorio vadano oltre le mere attribuzioni formali. È doveroso ricordare, tuttavia, che il controllo sulla caccia, sul bracconaggio e sulla salvaguardia della fauna selvatica spetterebbe oggi alla Vigilanza Regionale. Una vigilanza che, nei fatti, risulta impegnata quasi esclusivamente nell’attuazione di disposizioni regionali finalizzate alla cattura e all’abbattimento indiscriminato dei cinghiali, spesso con modalità discutibili e profondamente contestabili. Parliamo di pratiche che prevedono l’uso di gabbie e reti di cattura, coinvolgendo femmine gravide e piccoli indifesi, con la partecipazione di soggetti definiti 'operatori abilitati' o presunti cacciatori che, dopo aver superato un corso, sono autorizzati ad abbattere animali sia di giorno che di notte, utilizzando potenti carabine. Tutto ciò avviene spesso in evidente contrasto con le normative nazionali sulla caccia e con gravi rischi per la sicurezza della popolazione".

"A rendere il quadro ancora più inquietante è il fatto che tali abbattimenti siano incentivati da compensi economici per ogni animale ucciso e che, in alcuni casi, gli animali abbattuti vengano consegnati a privati senza alcun adeguato controllo sanitario. Il tutto avviene sotto l’autorizzazione e la supervisione della Vigilanza Regionale, sollevando interrogativi seri sulla legittimità, sull’etica e sulla trasparenza di queste operazioni. Per queste ragioni, ritengo necessario e urgente che il servizio di controllo sulla fauna selvatica e sul bracconaggio ritorni alla competenza della Polizia Provinciale, che negli anni ha dimostrato professionalità, conoscenza del territorio e rispetto delle leggi. Contestualmente, appare indispensabile un ripensamento radicale dell’attuale modello di Vigilanza Regionale, fino allo smantellamento del nucleo così come oggi strutturato. La tutela dell’ambiente, della fauna selvatica e della sicurezza dei cittadini non può essere sacrificata sull’altare di scelte politiche discutibili o di interessi economici mascherati da gestione faunistica".

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